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Distretto turistico altirpino, Franceschini firma

E dunque ci siamo. O iniziamo a esserci. Il ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini, ha firmato il decreto che rende l’Alta Irpinia un distretto turistico. La formula slogan è zona a burocrazia zero. Realisticamente parliamo di area a burocrazia attenuata. Ne fanno parte i 25 comuni già inseriti nel Progetto Pilota. Da Castelfranci e Montella fino a Monteverde e Aquilonia. Un’area con delle diversità evidenti anche al suo interno, ma i sindaci sono stati bravi a renderla giuridicamente omogenea. I Comuni Sant’Andrea di Conza, Morra De Sanctis, Lioni, Bagnoli Irpino, Calabritto, Andretta, Bisaccia, Montella, Senerchia, Aquilonia, Calitri, Cairano, Lacedionia, Conza della Campania, Guardia dei Lombardi, Cassano Irpino, Rocca San Felice, Sant’angelo del Lombardi, Torella dei Lombardi, Teora, Caposele, Villamaina, Monteverde, Nusco, Castelfranci. Di cosa si tratta All’interno dei 25 Comuni ci saranno dei benefici per le imprese legate al turismo. Quindi alberghi, bed and breakfast, ristoranti, operatori in genere. I vantaggi riguardano le vecchie imprese già esistenti, che dunque potranno richiedere autorizzazioni per ampliamento e ammodernamento o comunque ottenere benefici fiscali. Ma riguarderanno anche nuovi investimenti, magari strutture da far nascere ex novo. La tempistica? Ancora troppo presto per definirla. Ieri è arrivata la firma, ora inizia il percorso. Di cosa non si tratta Sono escluse dal distretto le autorizzazioni in materia di ambiente e beni culturali. Per intenderci, restano i vincoli e i poteri presso l’Autorità di Bacino. Allo stesso modo le Sovrintendenze conservano ogni prerogativa per quanto di loro competenza. L’ambiente Le norme che regolano i distretti turistici non creano uno scudo diretto contro eolico, ricerche petrolifere, attività industriali o comunque invasive. L’Alta Irpinia quindi non diventa paradiso protetto. E’ chiaro che il riconoscimento di distretto turistico potrebbe esser fatto valere su discussioni e trattative di politica energetica. Non avrà forza vincolante ma è pur sempre un elemento da tener presente. Il nodo trasporti Il distretto turistico, come l’Area pilota, non è una zona con deroghe specifiche. E allora se il sistema provinciale e regionale è carente, se viene messo in discussione, il distretto ne risentirà. La probabile riapertura della tratta ferroviaria è un altro discorso. Secondo quanto stabilito dai vari De Luca, Bonavitacola e dallo stesso Franceschini, i binari saranno destinati solo per un uso turistico-paesaggistico. Uno o due vagoni che porteranno i visitatori dalle montagne alla terra del grano. La ferrovia non sarà un mezzo di trasporto a tutti gli effetti e per chi volesse visitare in autobus i paesi dell’Alta Irpinia i problemi restano o aumentano. Discorso simile sulle strade. Progetto pilota o meno, distretto o non distretto, continueranno ovviamente a essere di competenza di Anas, provincia o comuni.

Redazione IrpiniaPost

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