Nel pomeriggio il Consiglio Regionale della Campania ha approvato all’unanimità la Mozione relativa agli impianti eolici nelle province di Avellino e Benevento. Era una iniziativa del consigliere Vincenzo Viglione e del gruppo del Movimento Cinque Stelle. La Mozione impegna la Giunta ad attivarsi per la redazione e l’approvazione di un Piano energetico regionale (Pear) e a far sì che i procedimenti autorizzativi in corso siano compatibili con i contenuti del provvedimento. Che significa? In verità il testo finale non è chiarissimo e lascia spazio ad almeno un paio di interpretazioni. Quello che è certo è che al momento non c’è alcuna moratoria sulle autorizzazioni in corso. Nessuno stop a norma di legge almeno. Significa che si resta in attesa dell’approvazione del piano energetico – approvazione dai tempi assolutamente non certi – e che i nuovi impianti dovrebbero (e non dovranno) rispettare quel piano. Le dichiarazioni “Abbiamo il dovere di tutelare i nostri territori, di preservare la salute degli abitanti e di dare opportunità di sviluppo a chi opera nei settori dell’agricoltura e del turismo. E’ importante far cessare il business dei grandi gruppi che stanno aggredendo la Campania e dietro ai quali spesso si annida la criminalità”, ha detto Viglione. La risposta di De Luca può accontentare i proponenti. Ma il governatore ha posto un freno sullo stop alle autorizzazioni già in corso. “Condivido profondamente il contenuto della mozione – ha detto il governatore in aula –. Del resto c’è un problema ambientale e di tutela del paesaggio. ma occorre introdurre elementi di premialità a chi mette in campo soluzioni sostenibili per produzione di eolico. Ad Acca software a Montella stanno sperimentando in tal senso. Sono d’accordo con la mozione.Propongo solo la modifica per venire incontro ai dirigenti regionali. Sospendere o interrompere le procedure li metterebbe in difficoltà“. Modifica inserita. Nel corso del dibattito qualcuno ha parlato di competenze nazionali. Altri hanno attaccato l’ultima maggioranza e questa si è difesa con Stefano Caldoro. E lo stesso Caldoro ha messo in dubbio l’autonomia regionale sulle autorizzazioni.
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