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I clan del Foggiano in Alta Irpinia: operazione del Ros, irpino coinvolto

Ieri mattina 48 persone sono indagate a vario titolo per associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi/esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche (anche con riferimento a quelle Ue) ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis.1 C.P, per aver agevolato le attività diuna organizzazione mafiosa. I Carabinieri del Ros hanno inferto un colpo durissimo al clan Sinesi-Francavilla della criminalità organizzata foggiana. Le complesse indagini, che hanno a lungo impegnato la Procura Distrettuale e le varie articolazioni del Ros presenti sul territorio nazionale, hanno consentito di documentare l’esistenza ed operatività di una articolazione della batteria attiva a Foggia, Orta Nova, Ascoli Satriano e Cerignola, con interessi su Rimini el’Alta Irpinia, nonché in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca, nonché ruoli e funzioni degli affiliati all’interno della consorteria, rispondente a Francesco Delli Carri, storico esponente della Società foggiana e a suo fratello Donato. Gli interessi in Alta Irpinia.Finisce nell’inchiesta un uomo di Vallesaccarda, già in carcere dal 2018 per gli attentati incendiari alla società Ecowind, operante nel settore dell’eolico. Si tratta di Giuseppe Pagliarulo, detto ‘o sceriffo. Dagli inquirenti viene considerato il riferimento irpino del clan pugliese. Il raggio d’azione erano le ditte che si occupavano di eolico, elettrodotti e sottostazioni elettriche nei territori di Bisaccia, Lacedonia, Scampitella. Nel mirino finiva, in particolare, chi si aggiudicava i lavori sulle varie opere. Per la Dda di Foggia, l’uomo forniva anche assistenza logistica finalizzata ad attentati incendiari oltre a minacciare imprenditori. Un elettrauto di Bisaccia smontava le microspie che Pagliarulo scopriva sulla sua auto. comments

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