E’ stata fissata per il 28 febbraio 2019 la Conferenza dei Servizi che deciderà se autorizzare la costruzione,tra Borgo Ferrovia e Pianodardine ad Avellino, di un “impianto per riciclare pallini di piombo e per la gestione di rifiuti pericolosi”.Un impianto definito“fonderia”in quanto il progetto prevederebbe l’acquisto di un forno di fusione da installare nell’area industriale Asi di Pianodardine. E la fusione dovrebbe interessare, poi, anche altri metalli, come il rame, il bronzo e l’ottone, con lo smaltimento ela gestione di circa 10 tonnellate al giorno di rifiuti.La Conferenza si riunirà presso gli uffici della Regione Campania a Collina Liguorini, ad Avellino, alla presenza – tra gli altri – del Commissario Giuseppe Priolo, del presidente della Provincia, della ASL, dei Vigili del Fuoco, dell’ARPAC e dell’Alto Calore di Avellino. Proprio qualche settimana fa, il drammatico record di Avellino sull’inquinamento aveva spinto le istituzioni a cercare soluzioni immediate. Secondo il Rapporto “Mal’aria 2019” di Legambiente, infatti, il capoluogo irpino e il suo hinterland sono al primo posto per livello medio di polveri sottili PM10, superando addirittura molte metropoli del Nord ad alto tasso di industrializzazione.Tra le fila dei contrari alla fonderia, i sindacidei Comuni limitrofi all’area di Pianodardine, che in diversi incontri hanno provato a stabilire una collaborazione proficua per contrastare la costruzione del nuovo impianto. Il primo cittadino di Montefredane, Valentino Tropeano, ha deciso di seguire la vicenda come sindaco e non come presidente dell’Ato Rifiuti e ci ha tenuto a precisare di essere“pienamente in sintonia con i cittadini di Borgo Ferrovia e con il comitato locale contro la proposta di ubicare lì un impianto come quello proposto”.Commentando la vicenda dal punto di vista politico, inoltre, ha dichiarato che“la richiesta è stata depositata al Comune il 23 maggio scorso, cioè dieci giorni dopo le elezioni(le amministrative che hanno visto la vittoria del M5S, ndr).Se non vanno fatti addebiti a carico del Sindaco Ciampi, a maggior ragione non può essere strumentalizzata la vicenda contro il Partito Democratico o il precedente Sindaco Paolo Foti, che non hanno avuto il tempo di seguire una istanza giunta al protocollo mentre si preparavano a lasciare il Palazzo di città pochi giorni dopo”. Anche il senatore del Movimento 5 Stelle, Ugo Grassi, dopo aver trasmesso la documentazione al ministero dell’Ambiente per una valutazione, si è espresso sulla vicenda affermando che“l’azienda non deve essere collocata in una zona con il livello di Pm10 più alto d’Italia. La Valle del Sabato non è il luogo ideale per l’insediamento di ulteriori attività.Sono necessarie all’Irpinia, ma vanno collocate in zone ad alta ventilazione. Ci sono aree industriali irpine deserte dove insistono capannoni completamente abbandonati”.Non si è fatta attendere nemmeno la risposta dei Comitati ambientali locali, in primis l’Associazione“Salviamo la Valle del Sabato”, che ha convocato una manifestazione per sabato 23 febbraio, alle ore 10:00, in piazza Libertà ad Avellino, per protestare contro l’apertura dell’impianto.“Vogliono aprire una fonderia inquinante, alle spalle degli uffici postali, che raccoglierebbe proiettili usati e anche “rifiuti pericolosi” per scioglierli nella nostra città.”– dichiarano gli attivisti –“E in una valle stretta, lunga e senza vento come la nostra, quello che si brucia a Pianodardine lo respiriamo ad Avellino, Atripalda, Mercogliano e dintorni.Quando nostro figlio va a scuola al Palazzotto. Quando andiamo a correre al Campo CONI o a fare una passeggiata per il Corso. Respiriamo tutti quella stessa aria”. Le criticità sono, ovviamente, due: la collocazione dell’impianto e le emissioni conseguenti. La fonderia sorgerebbe alle spalle degli Uffici Postali e, nella stretta e poco ventilata valle, produrrebbe emissioni inquinanti e stagnanti in tutta l’area limitrofa.Nell’inquadramento territoriale del progetto, però, la zona prescelta viene definita“area specificatamente riservata ad insediamenti produttivi”e si asserisce, inoltre, che“non ricade in zone di particolare attenzione o interesse naturalistico”né che“nelle vicinanze sono presenti zone residenziali, scuole o aree ricreative”.Tuttavia,non è solo la sola collocazione geografica a preoccuparesindaci, associazioni e cittadini. L’area individuata, Borgo Ferrovia, è già nota per la tragica vicenda dell’ex Isochimica, l’azienda in cui negli anni ‘80 i lavoratori erano assunti per rimuovere a mani nude e senza mascherine l’amianto dai treni e che ha causato, ad oggi, la morte di quindici operai, più di 150 malati di tumore e un intero quartiere a rischio avvelenamento. E si tratta della stessa area in cui sorge la Novolegno, l’azienda del Gruppo Fantoni, in Irpinia da oltre trent’anni, che produce pannelli di compensato e che proprio nelle ultime settimane è stata oggetto di una petizione lanciata da alcuni cittadini di Prata Principato Ultra che ne chiedono il blocco delle attività.E ancora, nella zona è presente anche lo STIR di Pianodardine per il quale lo scorso novembre la Procura ha indagato otto tra manager e imprenditori accusati di inottemperanze legate alla gestione dei rifiuti e molestie olfattive. comments
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