‘Il Consorzio dei vini irpini è come la pasta integrale. Tutti dicono che è buona ma pochi la comprano‘. E’ l’analisi di Claudio Ansanelli, dirigente del servizio territoriale Avellino della Regione Campania. Piuttosto spietata, ma si basa su valutazioni attente e numeri inequivocabili. Il problema di fondo che è venuto fuori nel convegno‘L’irpinia del Vino tra mercato globale e mercato locale’non riguarda certamente la qualità del prodotto o tantomeno il lavoro dei viticoltori. Il dato dolente attiene alla principalmente alla promozione e dunque alla capacità che la provincia di Avellino ha di portare i suoi prodotti fuori regione e fuori nazione. I numeri parlano chiaro: ‘Coltiviamo circa 6 mila ettari – spiega Ansanelli – ne abbiamo altri 4 mila di superfice idonea della quale se ne rivendica poco meno della metà, 1.900 ettari. Dunque, si utilizza la metà della superfice potenzialmente produttiva’. Questo per quanto attiene i terreni, i dati sono ancora più indicativi se si parla di finanziamenti: ‘Per l’intera Campania, con il Piano Nazionale Vitivinicolo, sono stati erogati 7milioni e 600 mila euro per 4 azioni. Di questi, per i nuovi vigneti sono stati spesi 6,5 milioni di euro. Alla provincia di Avellino sono arrivati 1.9 milioni di euro. Ma non solo. In provincia di Avellino con il Psr, calcolando i finanziamenti per le varie voci, sono arrivati 45 milioni di euro per investimenti. In 7 anni sono stati spesi zero euro in promozione. Cioè non è stato presentato alcun progetto, l’unico più vicino a noi è quello del consorzio del Sannio’. La speranza è, dunque, che con il nuovo Psr la situazione cambi e che segni anche un’inversione di tendenza nella mentalità dei produttori. Il problema, infatti, secondo gli esperti, risiederebbe nella natura stessa dei viticoltori irpini, proprietari di piccole e virtuose aziende non inglobate in un sistema più grande magari in grado di imporsi meglio all’estero. ‘E’ un bene puntare sulla qualità – ha spiegato il dirigente – ma bisogna pensare anche ad altro. Confido molto nelle nuove generazioni capaci sicuramente di un ulteriore passo in avanti’.
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