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Impianto rifiuti, gli ambientalisti indicano l’Alta Irpinia

Il comitato“Nessuno tocchi l’Irpinia”ha inviato ieri un comunicato in cui si ribadisce il “no” al biodigestore previsto a Chianche. Nella proposta si indica l’area industriale diNusco-Lioni-Sant’Angelo dei Lombardicome luogo ideale per ospitare l’impianto, che viene chiamata area produttiva Lioni-Sant’Angelo dei Lombardi. “Il 19 gennaio 2019 il Coordinamento No al biodigestore, Si al  Greco di Tufo, nell’ambito delle sue attività di promozione informativa, organizzò a Montefusco l’ interessante convegnoLa tutela dell’ambiente e della salute in una idea di sviluppo sostenibile e innovativo dei territori irpini.Tra i diversi  autorevoli interventi e liberi contributi vi fu quello dell’ingegnere Liliana Monaco, la quale in merito alla localizzazione del biodigestore in provincia di Avellino suggerì di estendere la ricerca della disponibilità di aree idonee a quelle industriali, comunque contenenti infrastrutture e impianti completati, tra cui quella relativa alle ex Amiderie  collocata nella zona produttiva Lioni-Sant’Angelo dei Lombardi”. “Si dà il caso– scrive il comitato –che l’Asi di Avellino abbia  pubblicato ufficialmente l’Avviso per l’assegnazione  proprio del lotto relativo alle Ex Amiderie Italiane Spa, per cui anche se il bando è indirizzato alle piccole, medie e grandi imprese, potrebbe comunque essere oggetto di interessamento da parte dell’Ato Rifiuti Avellino, attraverso una formale manifestazione di interesse, esattamente come ha fatto qualche tempo fa l’AIR Avellino S.p.A, il quale in tal modo ha prodotto la rideterminazione della gara potendo poi  acquisire un manufatto in area Asi”. Nel comunicato si legge:“E’ opportuno sottolineare che il prezzo di acquisizione di € 2.750.000 comprende anche l’edificio già esistente di notevoli dimensioni ed adeguato a poter essere ottimamente rifunzionalizzato per insediare un impianto di biodigestione del rifiuto organico, aspetto non secondario, l’area è completamente urbanizzata. Il Il costo di acquisto è, quindi, di gran lunga inferiore rispetto a quello che ha raggiunto il progetto di Chianche (21 milioni di euro) considerato che per i soli espropri in areale D.o.c.g. sono previsti oneri di circa 2 milioni di euro per un’area totalmente priva di infrastrutture di urbanizzazioni. Inoltre la zona industriale è vicina agli assi viari di scorrimento e lontana da centri urbani e da attività di pregio agricolo e vede già da tempo la presenza di un opificio del trattamento del recupero dei rifiuti per cui sarebbe solo una sorta di estensione di una sorta di polo industriale ambientale”. Poi gli ambientalisti precisano:“Come già abbiamo chiarito in precedenti occasioni le nostre non sono proposte in quanto il solo scopo è quello di avvalorare che sul territorio esistono diverse opportunità alternative a Chianche tali da poter cogliere e che vanno intercettate e seriamente esplorate. Ed è per questi motivi che solo a titolo dimostrativo abbiamo inteso rappresentare anche quella legata all’odierno bando dell’ASI”. comments

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