“La notizia del rovesciamento del pulmino che trasportava una squadra di operai edili, con il terrificante bilancio di quattro morti e altrettanti feriti, di cui uno in condizioni disperate, ci lascia senza parole. Vogliamo esprimere i nostri sentimenti di dolore e di affettuoso cordoglio alle famiglie” è quanto afferma Antonio Di Capua, segretario generale della Fillea Cgil di Avellino, che prosegue: “Il freddo linguaggio burocratico dell’Inail li classifica come infortuni in itinere. Ma la verità è quella che si squaderna davanti agli occhi di tutti: lavoratori che si spostano per centinaia di chilometri per raggiungere il “posto”, per un lavoro precario, pesante e disagiato, costretti ad un pendolarismo estenuante ed usurante”. Per Di Capua, in questa vicenda sono presenti punti oscuri circa la posizione lavorativa dei lavoratori: “leggendo dalla stampa che si trattava di edili abbiamo immediatamente effettuato le prime verifiche presso le Casse Edili di Avellino e Napoli non trovando alcun riscontro” spiega il segretario, ricordando che l’iscrizione è obbligatoria per tutti i lavoratori pubblici e privati ed è il primo passaggio della regolarità dei rapporti di lavoro. “Approfondendo, raccogliendo informazioni e testimonianze, sembrerebbe che questi lavoratori ogni mattina si recassero al lavoro nell’area industriale di Flumeri dove, tra l’altro, ci sono aziende che producono materiali di prefabbricazione per l’edilizia. Non abbiamo notizie circa la regolarità dei rapporti di lavoro, anche se la dinamica dell’accaduto e le notizie frammentarie raccolte, introducono qualche dubbio sulla legittimità, contrattuale e giuridica, della prestazione di lavoro”. Se così fosse si aprirebbero scenari inquietanti, sui quali fare luce. Speriamo di sbagliarci, ma non vorremmo che ci si trovasse di fronte ad una azione di caporalato, di interposizione di manodopera o di cottimismo aggiuntivo. Una condizione che nella filiera delle costruzioni si è andata sempre più diffondendo – denuncia Di Capua – a causa dell’assenza di qualsiasi intervento per rafforzare i controlli, per contrastare illegalità e irregolarità , grazie ad un sistema che premia il prezzo e non la qualità e la regolarità, con la conseguente proliferazione di tante forme illecite di “arruolamento” della manodopera. Forse ce ne è abbastanza per dire basta e di cambiare registro, perchè, o che si tratti di edili o altro, o che siano regolari o no, resta il fatto che ancora una volta il prezzo che si paga per lavorare è troppo elevato e diventa inaccettabile e insopportabile, e per il quale la Fillea darà mandato alla Consulta Giuridica della CGIL di procedere alla costituzione di parte civile nel processo che ci sarà”.
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