“La Coop è debitrice nei confronti di Avellino, di scelte politiche, strategiche, urbanistiche ed economiche che sono state fatte per creare, al centro città, non un ipermercato qualsiasi ma un luogo che rispondesse a determinati valori. Oggi, fermo restando la libertà di attuare le proprie scelte aziendali, la Coop non può lasciare in strada 138 lavoratori dimenticandosi che ha un credito da saldare con l’intera comunità avellinese”. E’ quanto ha dichiarato il consigliere regionale di Articolo Uno-Mdp, Francesco Todisco al tavolo di concertazione aperto in Regione sulla vertenza Ipercoop. Al vertice presieduto dagli assessori al lavoro e alle attività produttive,Sonia Palmeri e Antonio Marchiello, presenti i rappresentanti sindacali territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl,la delegazione di Coop Alleanza 3.0ha in un primo momento confermato l’avvio delle procedure di mobilità per tutti i lavoratori, per poi accettare di farsi sostanzialmente portavoce, in tempi brevissimi, presso il consiglio di amministrazione della disponibilità della Regione a riaprire la trattativa e verificare se, sulla scorta di un piano aziendale rispettoso della dignità dei lavoratori, ci siano altri acquirenti disponibili ad investire ad Avellino. “Ipercoop Avellino è stato un centro di sperimentazione incredibile– ha ricordato Todisco –da presidente della commissione attività produttive del Comune, ricordo che abbiamo accompagnato la valorizzazione del punto vendita trasformandolo in un centro di sperimentazione, introducendo ad esempio la parafarmacia.La Coop oggi non può fingere di non aver ricevuto dal Comune e, dunque dalla città, un accompagnamento concreto nella sua evoluzione. Le scelte aziendali necessitano di maturazione, perché devono rispondere ai valori di ventimila soci, quanti sono quelli tra Irpinia e Sannio. Non posso non esprimere la delusione mia, e ritengo di poter dire a nome di tutta la classe politica avellinese, per un atteggiamento di chiusura incomprensibile. Alla Coop chiediamo parole di chiarezza e fermezza su quello che vuole fare ad Avellino e, dunque, nell’intero Mezzogiorno. Non vorremmo che la chiusura del punto vendita di Contrada Baccanico sia preludio di un disegno ancor più drammatico”.
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