In Irpinia è sempre emergenza idrica. Si lascia dietro letti d’acqua prosciugati e bacini aridi. Rende i paesaggi spettrali, rinsecchiti e irriconoscibili. L’altopiano Laceno per esempio, noto anche per il lago e le sorgenti d’acqua, è adesso unluogo del tutto mutato e alterato. Il lago non è più tale. Il normale flusso idrico verso il paese a valle solo un ricordo. Bagnoli Irpino è oramai a secco fin dalle prime ore del pomeriggio. Come la vicina Montella del resto, come quasi tutta la provincia a giorni alterni. I disagi estivi a causa delle sospensioni idriche si sono prolungati all’autunno anche nella zona dei Picentini. Montagne ricchissime di acqua, una volta, ma che da diversi mesi stanno diventando un serio problema per la provincia di Avellino e il Sannio. I guasti continui in più punti della rete idrica non aiutanoun sistema sul punto di collassare. I disagi si moltiplicano e l’Accordo tra Alto Calore e Acquedotto Pugliese siglato ad agosto, nonostante l’aumento della quantità di acqua riservata all’Irpinia, non ha risolto una situazione da troppo tempo drammatica. Di acqua nei fiumi e nei tubi irpini ne scorre molto meno del necessario perché, tra l’altro, le sorgenti non ne restituiscono più in abbondanza. La condizione del lago è a dir poco critica.Il livello ha raggiunto i minimi storici, non si supera il metro. La sua estensione risulta in evidente ritirata, costretta a resistere in un bacino di pochi metri quadrati. Così le zone un tempo coperte da queste acque, oggi emergono e mostrano lembi di terre marroni ora umidi e ora crepati dal sole. Sassi ma pure rifiuti recenti e meno recenti. Pensare alla sua naturale estensione e portata, e guardarlo oggi così, mette dinanzi alla triste consapevolezza del cambiamento climatico in atto già consumato e alquanto accelerato negli ultimi anni.Sull’altopiano c’è, o meglio c’era, una grande sorgente d’acqua potabile che provvedeva, tra l’altro, ad alimentare e ingrossare le acque del Lago. E’ la sorgente Tornola.Risaliamo dal lago il suo letto, fino al luogo in cui sgorgava l’oro blu: ciò che rinveniamo è solo muschio secco, sassi e qualche fronda. Nemmeno una goccia d’acqua sul percorso, nemmeno dalla fontanella che dà sul circuito. L’altopiano Laceno, privato già delle seggiovie e quindi con seri dubbi sul suo futuro, adesso si trova a fare anche i conti con le asperità che le pone dinanzi la natura, in quello che davvero sembrerebbe il momento più difficile per il polo turistico. I cambiamenti appaiono naturali, ma per il Lago Laceno nulla è mai stato fatto. Più volte si è parlato negli ultimi decenni di interventi per la salvaguardia del bacino lacustre: il carsismo dell’altopiano non aiuta, poi l’utilizzo dell’acqua per abbeverare mandrie e greggi fa il resto. E a causa della crisi idrica c’è anche preoccupazione per laSagra della castagna e del tartufo nerodi fine ottobre. Un evento che richiama migliaia di turisti e visitatori ogni anno, ma la cui riuscita potrebbe essere inficiata dal rischio non remoto di non poter usufruire del servizio idrico in maniera continua: sarebbe un’altra tegola per le strutture ricettive dell’area. comments
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