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L’Alta Irpinia è rimasta ferma in tutti i sensi

E’ rimasta pressoché stabile e vicina allo zero la curva dei contagi. Ferma, immobile:nemmeno 20 casi su una popolazione di 65mila abitanti.Colpiti, ma si fa per dire, sette paesi su venticinque. Forse perché sono rimasti fermi, immobili, tutti gli abitanti dell’area. Per senso di responsabilità, per le restrizioni quasi estreme in paesi con blocchi stradali. E forse perché non c’era altro da fare. Poche multe e nessun party stroncato dai carabinieri, escursionisti fermati tra le montagne o intorno ai corsi d’acqua.E soprattutto nessun morto, per o con coronavirus. Rimarranno fermi ancora per un po’, ma questa non è una buona notizia, i bar e i pub, i ristoranti e attività simili. La consegna a domicilio può rivelarsi un suicidio economico in zone a bassa densità abitativa, dove c’è l’abitudine del caffè al bar e non quella di farsi portare i vassoi di cornetti e cappuccini negli uffici. Si proverà con l’asporto. Ferme anche molte attività di manutenzione. C’è una guida escursionistica di Montella che da giorni chiede di poter preparare i sentieri di montagna per iltrekking estivo, attività che a rigor di logica e per sua natura è essa stessa distanziamento sociale. Sono fermi tutti i processi di sviluppo in atto prima della pandemia:chissà che ne sarà delle seggiovie del Laceno, della rete museale dell’Alta Irpinia (a meno che non si voglia optare per un bel portale visto che ormai il virtuale va tanto di moda). Nel frattempo i paesi sembrano tutti più sporchi, trasandati come un eremita. Molti, confortati dalle parole di esperti, confidano nel turismo slow che sarebbe la tendenza dei prossimi anni. Solo che, a ben guardare, a livello di infrastrutture registriamo solo l’avvio dei lavori della ciclovia Lioni-Caposele. Importante, ma poca cosa rispetto al sogno della grande ciclovia Caposele-Leuca. E purtroppo, dopo l’insopportabile stagione degli annunci, solenni o quotidiani, in attacco o in contropiede,anche l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi e la struttura sanitaria di Bisaccia sono rimasti fermi, immobili.In attesa di personale, cardiologia, centro autismo, posti di terapia intensiva, riconversione in possibile covid-hospital. D’altronde le risposte sul piano sanitario sono i veri dispersi di questi giorni, da Roma all’Alta Irpinia passando per Napoli. Se è vero che a ottobre l’ondata del coronavirus sarà più intensa, beh siamo in un ritardo mostruoso. comments

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