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L’Alto Calore approva il bilancio ma non sceglie il presidente

Dopo il solito lunghissimo pomeriggio speso a Corso Europa i sindaci irpini hanno dato il loro consenso per l’approvazione del bilancio dell’Alto Calore Servizi. La partita che riguarda il rinnovo dei vertici, invece, è rimandata ai prossimi giorni. I soci, infatti, si sono riservati di prendere tempo e ragionare sul da farsi. L’ Alto Calore nel frattempo resta in piedi. L’ assemblea dei soci ha approvato con il 56,7 % dei sì (il 90% per cento dei sindaci presenti) il consuntivo 2015, condividendo di posticipare ad una data compresa tra l’11 e il 13 maggio prossimi – cioè dopo la presentazione delle liste per le prossime elezioni amministrative – l’ individuazione del nuovo Consiglio di amministrazione. Quel che appare certo, però, analizzando le questioni sul tavolo (aggregazione su tutte) è che il prossimo presidente dovrà avere un sostegno politico forte e trasversale e soprattutto un mandato preciso: costruire un piano industriale capace di dare stabilità all’ azienda. I NUMERI Solo il 4,6% di voti (Montella, San Potito, Petruro e Altavilla) e il 5,89 degli astenuti (tra cui Ariano) ha detto no a De Stefano e al suo bilancio. Assente la Provincia di Avellino. L’assemblea ha approvato, dunque, la proposta di utilizzare le cosiddette riserve attive (129 milioni di euro del patrimonio) per fronteggiare il -30,8 milioni di euro con cui, per effetto dei 23 di accantonamenti prudenziali a fondo rischi, l’azienda ha chiuso l’esercizio di Bilancio. Diversamente, nonostante un  attivo di 420.000 euro sulla gestione caratteristica, l’ Alto Calore sarebbe già fallito. Gravano fortemente ancora i 118 milioni di debiti e, in generale, il saldo negativo tra i 41,5 milioni di ricavi e i 69,9 di costi. I RINGRAZIAMENTI DI DE STEFANO «E’ stata una cavalcata importantissima, mesi e mesi che coronano un trienni o poco meno di gestione all’insegna di grande rigore morale e trasparenza, che ha portato a questo risultato e che significa molto. Alto Calore ha una crisi finanziaria enorme e serviranno scelte difficilissime, determinanti per il futuro di questa terra». IPOTESI SECONDO MANDATO «Per la mia condizione e per la mia famiglia mi auguro possa esserci qualcun altro. Ma tocca ai sindaci, e chi è impegnato in una terra bella come questa non può tirarsi indietro».

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