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Lavoro e figli, al carcere di Sant’Angelo dei Lombardi uno sportello di aiuto

Per la prima volta in Italia un carcere si apre all’esterno attivando un servizio dedicato alle donne, in particolare alle mogli, alle madri o alle figlie e sorelle di detenuti, per assisterle nella conciliazione dei tempi di vita e lavoro e della ricerca di impiego. Accade nella casa di reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi, dove questa mattina è stato presentato ilprogetto#Liberedi, finanziato dalla Regione Campanianel quadro dell’Accordo Territoriale di Genere, che vede coinvolti diversi soggetti sociali e istituzionali sul territorio altirpino. Tra questi il Consorzio Servizi Sociali Alta Irpinia, il Consorzio Tekform, l’Associazione di volontariato Galea e Confcooperative Campania. Taglio del nastro per il concilia point al pian terreno della struttura da sempre fiore all’occhiello del sistema penitenziario italiano. “Questo grazie alla genialità del compianto collega Massimiliano Forgione– ha ricordato l’attuale direttrice Giulia Magliulo –Nel solco del suo impegno, noi vogliamo rafforzare ogni forma di collaborazione sul territorio”.Tekform è il consorzio che da dieci anni su più fronti affianca il carcere nel campo della formazione. Stefano Farina, presidente del Consorzio per i servizi sociali Alta Irpinia, ha sottolineato la carica innovativa del progetto:“Porta con sé una sensibilità aggiuntiva nell’andare a intercettare dei bisogni dei familiari dei detenuti“. Il servizio, attivo il martedì e il giovedì dalle ore 9.00 alle 14.00, è stato programmato per 18 mesi. “Assicurare continuità a uno sportello che altrove, sebbene non in contesto penitenziario, ha dimostrato di funzionare, deve essere l’obiettivo“, ha chiesto il presidente di Confcooperative Campania Antonio Borea alle istituzioni presenti. Dalla presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio all’assessore alle Pari Opportunità Chiara Marciani, che ha spiegato: “Questo è un progetto in sperimentazione per adesso. Puntiamo a dare sostegno nella realizzazione di un curriculum vitae, nella valorizzare di competenze esistenti e nell’attivazione di altre fonti di finanziamento che la Regione sta mettendo in campo, come ad esempio i voucher per gli asili nido e la scuola“. 300 i colloqui mensili richiesti con familiari nella struttura santangiolese, come ha ricordato il Garante per i detenuti Samuele Ciambriello. “Questo concilia point è un ponte verso l’esterno e soprattutto verso la nuova vita che attende le famiglie dei detenuti alla loro uscita dal carcere. Ricordo che il concetto del “buttare la chiave” non può essere accettato in Italia alla luce della nostra Costituzione”. Per il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria campana Giuseppe Martone, Sant’Angelo dei Lombardi non è un modello, è invece la prova che si può dare continuità alle politiche per la riabilitazione dei detenuti, che oggi in Campania sono 7800 ospitati in 15 strutture. comments

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