Attualità

Lioni, Casalbore e Avellino salutano padre Roberto, il frate del terremoto

Tre comunità in lutto per la scomparsa di padre Roberto Luongo, 73enne francescano legato a Casalbore, Lioni e Avellino. Questa mattina presso la chiesa Cuore Immacolato di Maria di via degli Imbimbo, nel capoluogo irpino, si sono tenuti i funerali che hanno visto la presenza di tanti fedeli, arrivati pure dalla provincia. Dall’Alta Irpinia in particolare è partito un pullman e l’amministrazione comunale, presente quasi al completo, ha esposto il gonfalone della città di Lioni, dove il 23 marzo 1988 aveva presieduto la consacrazione del ricostruito Santuario di San Rocco. Oggi pomeriggio a Casalbore, invece, la tumulazione della salma del frate e la celebrazione dell’eucarestia presso il convento.

“L’intera comunità lionese ha appreso, con dolore, la notizia della scomparsa del caro Padre Roberto Luongo. Siamo tutti affranti dopo questo triste evento e ci sentiamo in dovere di ricordare le sue grandi doti di fede e di cultura religiosa. Egli, infatti, ha vissuto a Lioni per oltre 40 anni presso il convento francescano, dedicandosi con profondo spirito sacerdotale alla ricostruzione e alla promozione del santuario di San Rocco. Si è impegnato, costantemente, nella realizzazione di un tessuto sociale armonioso e compatto, offrendo la sua opera con generosa attività cristiana. Come vicepreside, è stato il primo fautore dell’istituzione del corso di ragioneria all’istituto “Vanvitelli” e viene da tutti i suoi ex alunni ricordato con stima e affetto, lasciando un’indelebile impronta nel nostro paese. Ci uniamo, dunque, al dolore che ha colpito la sua famiglia e la Provincia Francescana Sannito–Irpina dei Frati Minori”. Questo il ricordo del sindaco lionese Yuri Gioino e dell’amministrazione comunale.

“La prima volta che incontrai padre Roberto avevo 19 anni – racconta invece sui social don Tarcisio Gambalonga, parroco di Lioni -. Ero un seminarista, venuto da Padova. Di quell’incontro ricordo il suo sguardo fiero, lo sguardo di un uomo e di un frate che non si era lasciato piegare dalla tragedia del sisma e che faceva progetti di ripresa e di ricostruzione”. 

(foto di copertina tratta dal libro “E venne sera”)

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