Uno dei primi comuni a muoversi per aiutare anziani o malati è stato Teora.Misericordia e Comunedisponibili per consegne a domicilio di farmaci o alimenti ad anziani, a persone che non hanno familiari o che sono impossibilitati a provvedere in proprio. Questo per evitare che siano costretti ad uscire di casa inopportunamente e a rischiare un contagio. È stato messo a disposizione un numero, attivo h24. Nello specifico è 082751399. Ma via via lo stesso contenuto è stato adottato da altri, con associazioni che si mettono a disposizione dei comuni e viceversa:il fine è lo stesso, assistere chi è maggiormente a rischio. In questo periodo, unico nella storia del nuovo secolo e per certi versi anche di quello scorso, spuntano anche storie incoraggianti. Buone prassi.Oppure si riscopre il senso di comunità. Tutti avvolti nella stessa cappa e con gli stessi timori. È un periodo orrendo dopo il caos della stazione di Milano, le province in quarantena. Ma qualcosa di positivo va sottolineato. A Sant’Angelo dei Lombardi alcune mamme del paese offrono la propria disponibilità, nel rispetto delle regole dettate dal ministero della salute, a fare la spesa e a ritirare farmaci, regolarmente prescritti, per le persone che non possono uscire di casa. L’attività è gratuita e volontaria. “E’ vietato ricambiare il servizio reso con mance, compensi in natura o a titolo di rimborso spese“, scrive Licia Rafaniello. Bozze di organizzazione, di contro-organizzazione ai tempi del coronavirus e delle bozze di decreto diffuse prima. È vero, c’è chi non rispetta nulla.D’accordissimo, c’è chi specula. Ed avveniva durante le guerre e all’indomani del terremoto. Speculatori, sciacalli. Ora irresponsabili totali, come nel caso di Ariano Irpino con la tenda triage bypassata, il pronto soccorso chiuso e il conseguente isolamento per medici e infermieri. E, ovvio, c’è chi sputa veleno soprattutto sul web. Ma è nella zona più a rischio, la strada, che ci si può riscoprire esseri umani. O ci si può riscoprire tali. Teora è solo un esempio, ne seguono altri. Nello stesso tempo, lo avevamo auspicato qualche giorno fa, si rafforzano gli appelli dei sindaci per una sanità migliore in Alta Irpinia. Vedremo se i sindaci continueranno la mobilitazione, per ora a botte di lettere e comunicati, e soprattutto se la Regione del futuro vorrà recepire le istanze. Ma bene che ne parli. Non è solidarietà ma è sicuramente comunità quella che caratterizza alcuni locali di Ariano Irpino. Di comune accordo hanno deciso di chiudere senza se e senza ma. È l’Irpinia che sta scoprendo il virus sul proprio territorio, l’Irpinia migliore che esista. comments
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