Sono state dimesse questa mattina in ottime condizioni di salute le prime due pazienti sottoposte a un intervento chirurgico con una nuova tecnica ultra-minivasiva adottata dall’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino. Si tratta di una procedura, denominata V-Notes (Vaginal-Natural orifice transluminal endoscopic surgery) e importata dal Belgio, che consente di eseguire interventi laparoscopici senza incisioni sull’addome, sfruttando l’accesso naturale vaginale abbinato all’utilizzo della telecamera endoscopica e ad altri strumenti chirurgici avanzati. Il Direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia,Elisiario Struzziero, coadiuvato dal ginecologoMario Ardovino, si è servito di questa tecnica per rimuovere un utero di circa 300 grammi (un utero nella norma pesa circa 70 gr.) a una paziente di 40 anni di Avellino e una cisti ovarica dermoide dal diametro di 10 cm a una 43enne di Monteforte Irpino. Le due donne, operate giovedì scorso, hanno pertanto potuto beneficiare non solo del vantaggio estetico legato all’assenza di cicatrici sull’addome, ma anche di un breve decorso post-operatorio. «L’Unità operativa di Ginecologia dell’Azienda Moscati –evidenzia Struzziero– è tra i pochissimi centri in Italia a rendere disponibile questo tipo di chirurgia, grazie alla Direzione Strategica che ha creduto in noi e in queste tecniche innovative, supportandoci adeguatamente. Chiaramente non è una procedura semplice e richiede un adeguato training. Con questa tecnica è possibile eseguire l’asportazione dell’utero e degli annessi in pazienti affette da patologie benigne. Si può inoltre intervenire su ovaie e tube quando ci si trovi in presenza di cisti ovariche o gravidanze tubariche. In casi selezionati, inoltre, questo tipo di chirurgia può essere d’ausilio nella ricostruzione del pavimento pelvico. In particolare, la V-Notes può essere privilegiata per quelle pazienti che hanno comorbidità respiratorie: il ricorso a una minore pressione di anidride carbonica, usata per distendere l’addome, infatti, può essere meglio tollerata rispetto alla chirurgia laparoscopica tradizionale che ha bisogno di flussi più consistenti».
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