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‘Nemmeno in 30, matrimonio saltato col Dpcm’: lo sfogo da Teora di Milena

“Non hanno tenuto conto delle persone, di ciò che c’è dietro la parola matrimonio”. E’ l’amaro sfogo di Milena De Filippis da Teora, che venerdì 16 ottobre sarebbe dovuta convolare a nozze con il suo amato Simone. Cinque anni insieme, due di convivenza e la decisione, assunta pre-covid, di pronunciare il fatidico sì nel 2020 e mettere il sigillo a una relazione ormai consolidata. “Avevamo, mi piace dire abbiamo, una serie di progetti per noi da realizzare nei prossimi due anni. Sposarci nel 2020 è il nostro sogno”, continua Milena che però tra due giorni non potrà più essere sull’altare.

Effetto del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicato martedì mattina, che prevede nuove restrizioni alla voce matrimoni. Dopo lo stop agli sposalizi nei mesi di lockdown, la riapertura in estate con la possibilità di organizzare banchetti fino a un massimo di 200 persone, un nuovo passo indietro. Così l’ultimo Dpcm ha introdotto il limite massimo di 30 presenze per le feste conseguenti cerimonie civili e religiose. Un limite dovuto al quadro sanitario nazionale in rapida evoluzione e peggioramento. Ma che ha sconvolto i piani di molte coppie, al punto che in queste ore sono in corso trattative tra il Governo, le Regioni e le associazioni di categoria del settore wedding per provare a mettere una toppa.

“L’altra mattina il mio telefono è letteralmente impazzito. Continuavano a scrivermi amici e parenti linkandomi gli articoli sul Dpcm – racconta Milena. – Poi la doccia fredda: il ristorante ci ha informati della indisponibilità a ospitare il nostro ricevimento con un numero così limitato di posti. Alla fine per noi poteva pure andare bene. A conti fatti nei trenta presenti sarebbero rientrati tutti i nostri familiari, non sarebbe stata la festa immaginata da sempre, ma tant’è. Invece così siamo stati costretti a rimandare”.

A quando? Dipende da cosa decideranno a Roma nelle prossime ore. “Forse un paio di settimane, ma intanto – continua la promessa sposa – il fioraio ha mille euro di fiori bianchi a terra, l’estetista ha visto saltare il nuovo appuntamento e quello di decine di invitate. Le bomboniere? Beh, quelle per adesso non le ho fatte consegnare: erano bottiglie di vino! Non hanno tenuto conto dei sentimenti delle persone, ma neppure del lavoro preparatorio che c’è dietro un matrimonio. Come si fa a fare un decreto simile? Dalla sera alla mattina, senza prevedere un tempo di rodaggio. Sarebbe bastato dire che la regola non valeva per le cerimonie programmate in questa settimana. Hanno idea di cosa significhi richiamare 48 ore prima 180 persone e dire che la festa è rimandata?”.

Già a fine settembre un’ordinanza di De Luca aveva messo a rischio il matrimonio di Milena e Simone. Poco dopo c’era stato un chiarimento a beneficio degli sposi. “Ci siamo detti che era fatta, ci saremmo tolti ansie e pensieri – confessa la ragazza. – Il Dpcm dicevano sarebbe stato pubblicato il 15 ottobre. Poi hanno accelerato e dalla sera alla mattina siamo passati da tutto a niente. Siamo a lutto da due giorni e sto scrivendo a tutti: tv, giornali, enti, politica. Ho scritto allo stesso De Luca, ma dubito che qualcuno risponderà. Grazie per aver accolto il mio sfogo”. 

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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