Attualità

“Non aprite quella Fonderia”, la manifestazione ad Avellino

A pochi giorni dalla Conferenza dei Servizi che delibererà sulla costruzione di una Fonderia per il riciclo di piombo e la gestione di rifiuti pericolosi a Pianodardine, l’Associazione “Salviamo la Valle del Sabato” chiama a raccolta i comitati ambientali e i cittadini in Piazza Libertà ad Avellino. Comitati ambientali da giorni nel vortice del dibattito pubblico, dopo l’annuncio da parte del  gruppo Fantoni sulla chiusura della Novolegno.

“Veniamo chiamati ambientalisti con disprezzo” – sottolinea nel suo intervento il Presidente dell’Associazione, Franco Mazza, che risponde alle accuse di responsabilità della chiusura dello stabilimento di Arcella. “C’è un imprenditore che ha sfruttato il territorio e gli operai che hanno fatto enormi sacrifici nella speranza di un lavoro sicuro. Adesso quell’imprenditore va via perché ha investito i suoi milioni altrove, questa è la verità. Noi siamo assolutamente solidali e vicini ai lavoratori della Novolegno”Nonostante il clima avverso in città e le difficoltà a raggiungerla dal resto della Provincia a causa delle precipitazioni nevose, la manifestazione si è svolta nell’arco della mattinata con il susseguirsi degli interventi da parte degli organizzatori.

“Quello che brucia a Pianodardine, lo respiriamo tutti, da chi porta i propri figli a scuola al Palazzotto di Avellino a chi vive a Prata e nei dintorni – continua Mazza -. E’ importante che le istituzioni prendano una posizione netta, in particolare l’Arpac e il Comune di Avellino, a prescindere da chi lo amministra. Non dimentichiamo che più volte il Consiglio Comunale si è espresso all’unanimità sull’impedire la costruzione di altre attività impattanti a Pianodardine”. A “colorare” il sit-in un cumulo di valigie per simboleggiare la partenza di migliaia di Irpini, striscioni, cartelli e fiori colorati.

Tra le organizzazioni che hanno aderito alla manifestazione, il circolo di Legambiente della Valle Solofrana, l’Arci “Slow Food” ed Enterprise, le associazioni “Territorialmente”, “Ossigeno” e “Info Irpinia”, l’Isde di Avellino e Isde Campania, Movimenti Locali di Tufo, il Comitato “No al biodigestore”, Brigante d’Irpinia e Lotta per la Vita.

 

Raniero Popoli del Comitato “No al biodigestore, sì al Greco di Tufo” interviene così: “Noi non siamo contro lo sviluppo, ma crediamo che lo sviluppo debba essere compatibile con l’ambiente e la salute dei cittadini. La scelta di impiantare una fonderia in un luogo come Arcella è contro ogni buon senso perché la Valle, se riconvertita, potrebbe dare tanto su moltissimi altri fronti. Basta pensare alle eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche del nostro territorio”. Sulla collocazione dell’impianto, definita dallo stesso progetto un’“area specificatamente riservata ad insediamenti produttivi, che non ricade in zone di particolare attenzione o interesse naturalistico” i comitati commentano che il problema non è la sola collocazione, ma il persistere in una zona già nota sia per le tragiche vicende legate all’ex Isochimica, sia per altre questioni in un quadro ambientale più complesso (Novolegno, Stir di Pianodardine etc.).

In piazza anche alcuni partiti, come Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana, alcuni attivisti del Meetup e gli ex consiglieri comunali Gianluca Festa, Fabio D’Alessandro e Alberto Bilotta che, insieme al parroco di Borgo Ferrovia, don Luigi Di Blasi, ha lanciato una petizione indirizzata al Procuratore Rosario Cantelmo contro la costruzione della fonderia. Si attende, adesso, la decisione della Conferenza dei Servizi del prossimo 28 febbraio, a cui parteciperanno – tra gli altri – il Commissario Giuseppe Priolo, il Presidente della Provincia, della ASL, dei Vigili del Fuoco, dell’ARPAC e dell’Alto Calore di Avellino.

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