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Nuovi scontri, piove sul progetto Alta Irpinia

Contraddizioni e incomprensioni al tavolo del progetto pilota dell’Alta Irpinia. Che al momento non fanno pensare a una spaccatura totale, ma che senza un accordo definitivo rischiano di minare la coesione tra sindaci e far rompere il giocattolo. La fase è quella dell’attuazione, quella in cui si inizia a vedere qualche soldo per la realizzazione di progetti e iniziative varie.Sulla forestazione per esempio. O sui beni culturali e ambientali. Succede che ci si renda conto, evidentemente con un po’ di ritardo, che per accedere a questi fondi occorra partecipare ai bandi. Non sarebbe un problema insormontabile, se l’area pilota fosse un ente. Ma così non è, quindi significa che sulla forestazione i tecnici e il presidenteCiriaco De Mitasuggeriscano la costituzione di singole Ats (associazioni temporanee di scopo) per snellire il tutto. E non sarebbe un guaio nemmeno questo, se non fosse che tecnici e presidente pensino a delle partecipazioni dei comuni in base alle singole misure. Per intenderci, se le foreste ricadono solo su determinati paesi in maniera rilevante, “solo i singoli paesi dovrebbero partecipare ai bandi”. Costituendosi in mini-associazioni che hannoil progetto pilota come cornice teorica e politica. E così per ogni intervento. Apriti cielo, il sindaco di Cassano Irpino guida un nuovo fronte di dissidenti, De Mita li chiama mormoranti. E questa volta il fronte è interno, composto da chi ha condiviso ogni passaggio dalla nascita ad oggi. “Se siamo in 25, se il presidente parla di comunità allargata, se una cosa che si realizza in un territorio va a beneficio di tutti gli altri, perché escludere determinati comuni dalla discussione?”. In sintesi è questa la posizione diSalvatore Vecchia. Per il primo cittadino di Nusco “sulle cose che si faranno in generale decide sempre l’assemblea. Ma sul fiume Sele non se ne occupa certo Nusco. I comuni su cui ricade il bene restano pur sempre titolari o in qualche modo responsabilizzati sul bene. Qualche comune c’è rimasto male sui beni culturali, però le opere arte non ci sono ovunque. In ogni caso quell’opera sarà della comunità, se i comuni pensano solo ai lavori pubblici nel loro comune allora chiudiamo tutto. Il desiderio di esserci a tutti i costi è arretrato. Chiedo ai sindaci uno scatto di intelligenza”. I toni sono aspri, ma alla fine emerge pure la contraddizione di un’area molto vasta.Ricca di potenzialità (acqua, storia, verde) ma allo stesso tempo eccessivamente disomogenea. Peccato originale? Probabile, sta di fatto che le ferite sono apertissime. La questione è tecnica ma neanche tanto. Economica, perché intanto nei singoli progetti sono previste consulenze. Magari una di 50mila euro o qualche attività per “poche” decine di migliaia. E allora? Allora, secondo Vecchia, è opportuno che tutti i comuni debbano partecipare alle decisioni indipendentemente dall’oggetto in esame. Poi lo stesso primo cittadino di Cassano aggiunge a margine dell’incontro: “Non possiamo creare pericolosi precedenti”. Invece De Mita vuole accelerare, e lo spiega: “C’è incertezza su quello che farà il nuovo governo. E inoltre dobbiamo muoverci nell’ambito delle programmazioni regionali”. Fare presto, verrebbe da dire.Trasparenza e velocità, come si conciliano le due esigenze?Si vedrà presto, perché se la riunione termina con un’apertura di De Mita a Vecchia, la stessa apertura non viene formalizzata. Antico vizio delle assemblee nuscane, come fatto rilevare sempre dal fronte dei dissidenti guidato da Rosanna Repole. Che oggi vuole passare al lato pratico dopo aver battagliato per 3 anni sulle questioni formali. Ma in questi casi la forma è sempre sostanza, come fatto notare più volte anche da noi. comments

Redazione IrpiniaPost

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