Categories: Arti e mestieri

Passione e artigianalità: camicie su misura a Lioni

Il suo è un negozio che profuma di nuovo ma che sa di antico. Luci a led, arredamento caldo e accogliente e tanta artigianalità.Li Styleè una piccola boutique a Lioni che punta tutto sul made in Italy e sui prodotti di qualità. Il proprietario èGelsomino Del Guercio, elegante e sorridente. Ha una grande passione, anzi due: la moda e le camicie. Ha perciò aperto il suo primo negozio di grande distribuzione nel 2004, uno di quelli dove si trovano tanti marchi diversi. Non era soddisfatto, o comunque, non pienamente. Ha cercato qualcosa che potesse essere di nicchia, subito riconoscibile e di livello alto. Ha investito sulla camiceria e ha deciso di far realizzare per poi vendere camicie su misura. L’artigiano che le realizza ha un laboratorio ad Ariano Irpino e le crea esclusivamente per Li Style. Si tratta di camicie a 9 passaggi, proprio come si facevano una volta, 100% made in Italy con materiali ricercati e pregiati come il cotone egiziano. Tutti i tessuti arrivano direttamente da una fabbrica di Milano, laCanclini, che opera dal 1925: punto di riferimento in qualità, stile, servizio, ricerca e innovazione. I tessuti sono in doppio ritorto (130-140 gr per metro quadro). Si utilizzano il cartamodello e un telo di prova di tessuto da far indossare al cliente che successivamente sceglierà i dettagli della camicia: polsini, bottoni, collo. I jeans, le giacche e gli abiti sono invece affidati alle mani esperte di Salvatore Caruso di “Nelle grandi fauci” che ha vestito Alessandro Gasman e Marco D’Amore nella prima serie di Gomorra. Nel negozio di Gelsomino si può ammirare un pezzo unico, creato in esclusiva, di un jeans interamente fatto a mano con macchina da cucire a pedali 100% cotone giapponese, cimosato “Kurabo” a macchina Vigorelli, senza utilizzo di energia elettrica. Un altro progetto originale è quello che viene fuori dalla sinergia traSalvatore Caruso, Vito Pagnottadi “Nelle grandi fauci” e Serro Croce, produttore di birra artigianale a Monteverde. Il “No wash” è un jeans che sarà indossato dal birraio per otto mesi nel corso del suo lavoro nei campi di malto d’orzo per testarne la resa. Il capo è di puro cotone, non trattato e non lavato, realizzato su tele giapponesi che amano l’aria aperta e gli ambienti umidi per dilatare le fibre. Altro fiore all’occhiello sono i papillons in legno “Nupillon”. Realizzati in noce  nazionale o in ulivo con taglio laser, impreziositi da seta. Sono originali, riconoscibili, creature diNunzio Di Nufriodi Vallata. “Sono stato per un pò di tempo a Padova” ricorda Gelsomino “ma non ero felice. Lontano dalla mia terra, dalle persone che amo, non mi sentivo soddisfatto. Puoi viaggiare in tutto il mondo, ma sempre a casa torni!”sorride e continua “Sono tornato qui proprio perché credo nell’Irpinia, voglio puntare tutto sulla mia terra. Non importa se ho affrontato e dovrò ancor affrontare mille difficoltà”. L’artigianato, si sa, ha un suo costo. Molti giovani preferiscono spendere i propri risparmi o guadagni in altro e non in una camicia che ha un costo molto elevato rispetto alle grandi distribuzioni. “Il nostro grande nemico è Internet”afferma “Ormai tutto si può comprare online, però noi per ora vogliamo investire sul rapporto interpersonale. mi piace guardare in faccia il cliente che ha bisogno di un abito, mi piace conoscerlo, aiutarlo e consigliarlo a fare la scelta giusta. Non potrei fare la stessa cosa dietro lo schermo di un pc. Io per ora ci voglio credere!” Il progetto di artigianalità e di qualità è intrapreso anche dalla sorella di Gelsomino, Francesca, laureanda in modellistica all’Accademia della moda. L’idea è quella di realizzare una bottega di una volta, quella dove le signore e entravano per scegliere una stoffa, un tessuto, per immaginare un capo, una maglia, una gonna per vederla poi realizzata secondo i propri gusti e le proprie esigenze. Riscoprire, incentivare i mestieri di una volta è un obiettivo complesso e allo stesso tempo sano che può portare a grandi sviluppi per l’Irpinia.

Redazione IrpiniaPost

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