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Pd e ferrovia turistica, per De Mita ‘cose inutili’

C’è un’Alta Irpinia piena di entusiasmo.I progetti sul turismo, la ferrovia, la ciclovia. E c’è un’Alta Irpinia che appare più realista. Sarebbe il caso di trovare un compromesso tra le due tendenze, anche perché il 70 per cento degli amministratori fa capo a Ciriaco De Mita e il presidente ha chiamato i sindaci a Nusco sabato mattina.Fuoco e fiamme sulle principali questioni della zonada parte dell’ex premier. Partiamo dai Gal, argomento caldissimo.Non si capisce ancora il futuro degli enti. Chi sopravvive? Il Cilsi di Lioni, il Gal Irpinia di Vanni Chieffo? De Mita non salva nessuno, ma se proprio dovesse scegliere punterebbe su quello più grande: il Gal Irpinia appunto. Questione delicata, sono in ballo milioni di euro sul sistema Gal. In Campania due miliardi se pensiamo all’intero capitolo del PSR. A Nusco c’era anche il delegato di De Luca, Franco Alfieri. Colui che proprio a Montella aveva auspicato un numero di tre Gal al massimo in Irpinia. Da quello che ha detto De Mita, nella riunione a porte più chiuse che aperte, la razionalizzazione è necessaria. Si vedrà agli inizi di settembre, intanto i sindaci sono chiamati a fare quadrato. Oppure a scegliere, a demolirne uno per salvare un altro? Il tutto mentre Montella delibera per l’adesione a un nuovo Gal che però ancora deve nascere. Il caos più assoluto, fatto di politica soprattutto. “E per carità tutto è potere, anche quello di comprare le sigarette”, dice Umberto Del Basso De Caro a Conza nel pomeriggio. Proprio colui che secondo più voci starebbe favorendo la nascita del Gal Irpinia-Sannio. Sui Gal si vedrà, come detto.Ma intanto Ciriaco De Mita entra a gamba tesa sul progetto per la Avellino-Rocchetta. “Cose inutili – ha detto a Nusco davanti ai sindaci -. Mi stupisco che qualche assessore si presti al gioco – stoccata a Fulvio Bonavitacola -. Cose inutili perché l’importante è creare prima il contesto turistico”. E non finisce qui, perché tre sindaci (di Teora, Calabritto e Cassano Irpino) sono incaricati di studiare un nuovo progetto che vede l’Alta Irpinia come museo aperto. Di distretto turistico non se ne è parlato direttamente a Nusco, ma non è un mistero che De Mita abbia scarsa stima del ministro Dario Franceschini. Poi ha aggiunto: “Non capisco come si faccia a mischiare le questioni del turismo con le questioni dell’industria”. Qui attacca ancora il vicegovernatore Bonavitacola, che venerdì a Montemarano aveva messo insieme le due cose affrontando il tema ferrovia e trasporti. Dal turismo al lavoro, questione Ocm. “Tavoli inutili. Io prima risolverei i problemi, poi li spiegherei”. Poi il partito democratico.“Il Pd non esiste, non ammazzatevi“, dice riferendosi all’assemblea di Sant’Angelo dei Lombardi che aveva riprovato a mettere in discussione l’intesa tra lui e la presidente Rosetta D’Amelio. Con De Mita c’è un buon 70 per cento di amministratori altirpini, dicevamo. Per il momento la linea De Mita sembra la linea delle amministrazioni. Sarà il Governo non amato dal presidente, o la Regione Campania, a smentire De Mita su alcune vicende che toccano da vicino i territori e il loro sviluppo. Oppure no. Lo sapremo a breve, perché su ferrovia e ciclovia i tempi sono stati più o meno fissati. La parola di De Mita, oggi, è realismo iconoclasta. Ma se agli inizi del 2017 i binari del del vino e del paesaggio non dovessero essere pronti, almeno per metà, il presidente avrà dimostrato di avere ragione. Al di là delle inaugurazioni delle inaugurazioni, all’Alta Irpinia serve un segnale. E non sempre basta la prima pietra.

Redazione IrpiniaPost

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