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Petrolio: ‘Nessuna garanzia da De Luca, appello ai parlamentari’

Di Comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia A quanto pare l’avvento di De Luca e delle sue parole su acqua e acquedotti non ha portato né rassicurazioni né soprattutto certezze. Si registrano, infatti, alzate di scudi, richieste di spiegazioni anche negli stessi ambienti politici della maggioranza oltre che proposte e prese di posizione. I temi ambientali in questa provincia incominciano a scottare perché tanti sono i nodi che stanno giungendo al pettine. Dalla gestione delle risorse idriche alla loro tutela, dai siti contaminati alle bonifiche che tardano a venire, appare evidente che la mancanza di un piano complessivo di rilancio e di tutela per questo territorio maltrattato risulta essere la prima lacuna da colmare e la più grande delle responsabilità politica a carico di chi ci governa. E questa incertezza, a dispetto delle rassicuranti parole, sta per diventare una vera e propria emergenza! Sullo sfondo, poi, c’è la questione Petrolio, che rappresenta lo spauracchio dell’inquinamento e della decrescita economica ma anche un decisivo banco di prova della credibilità di un’intera classe dirigente. Il Petrolio in Irpinia sarebbe la certificazione definitiva del fallimento di decenni di politiche, che per tutta evidenza, sono state approssimative e del tutto prive di alcuna lungimiranza e programmazione. Alla paura, si sa, si può rispondere solo col coraggio! Per questo sollecitiamo i parlamentari irpini a confrontarsi sulle emergenze unendosi in uno sforzo che porti ad azioni che siano realmente efficaci e coraggiose. A riguardo poniamo tre quesiti nella speranza di riscontrare impegno e promesse d’intervento. Quali sono i reali piani di salvaguardia e tutela delle sorgenti irpine??? Quali iniziative e quali impegni si intendono assumere per verificare la situazione dei progetti di ricerca? Quali azioni si intendono mettere in campo per cercare di preservare dal rischio petrolio le importanti risorse naturali (Bacini idrici, aree naturalistiche, aree DOCG e DOP) che insistono nelle aree interne della Campania?? Quali sono i reali piani di gestione e quali sono le reali prospettive socio-economiche previste per le aree interne? L’Irpinia è destinata realmente a diventare zona d’interscambio commerciale tra Tirreno e Adriatico o è destinata ad essere assorbita nel grande progetto dell’Hub energetico italiano che pare debba interessare la Basilicata?

Redazione IrpiniaPost

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