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Pnrr, Cgil: ‘L’Irpinia dica la sua sulla sanità’

Riceviamo e pubblichiamo la nota dellasegretaria generale della Fp Cgil, Licia Morsa, e del segretario provinciale, Pietro de Ciuceis: “Il tempo delle chiacchiere è finito. Bisogna fare e pure in fretta. Il quadro della regione, ma soprattutto della nostra provincia nel campo della salute pubblica è veramente preoccupante. La provincia si è ulteriormente impoverita, gli abitanti superano di poco i 400.000 per un territorio di 2.831,66 Kmq e solo nel 2015 erano 427,936,  ha perso un altro presidio ospedaliero e arranca per prevenzione cura e riabilitazione, con due aziende sanitarie in continuo affanno per una fame insaziabile di risorse umane sia qualitativamente che quantitativamente. Aspettiamo dati ufficiali in risposta alle nostre richieste inoltrate alle due aziende, per avere un quadro completo della situazione, per fare quanto è di nostra prerogativa in merito a riorganizzazioni e applicazione delle norme contrattuali e di legge e questa sarà l’ultima richiesta formale prima di avviare idonee azioni atte al ripristino di quanto previsto dai TITOLI I e II del CCNL 2016-2018. Dati generici escono da fabbisogni che non dettagliano a quale dei cinquanta e passa profili professionali previsti dal contratto si fa riferimento e soprattutto, come li si voglia distribuire, in particolare alla ASL.L’unico dato certo è il dettaglio economico e di macro gruppo, che però lascia scoperti ruoli tecnici e professionali delicatissimi, come ad esempio i tecnici della prevenzione. Come andranno avanti i sei distretti sanitari, come si integreranno con le nuove case della salute, quali risorse verranno assegnate e a chi, oggi si deve chiarire, ma partendo da un progetto chiaro e già delineato che non appare. Il rischio è che come al solito, a noi che siamo chiamati a motivare e tutelare i dipendenti della sanità, non ci venga concessa nemmeno una informativa chiara e spendibile per i processi di innovazione e miglioramento della produttività, che mai come oggi sono richiesti a lavoratori spaccati in due generazioni da una voragine di know how perduto dalla fuga verso la pensione. Età media ben oltre i cinquanta della maggior parte del personale, demotivazione legata anche a poca riconoscenza contrattuale in particolare della ASL, ma anche del Moscati verso parte dei propri dipendenti, che però rispetto al furto del 30% delle premialità del covid fase 1 operato dalla regione Campania (era l’epoca degli eroi, ma solo a Napoli, come si ricorda qualcuno, perché ad Ariano zona rossa con una trentina di positivi fra il personale e con il Frangipane in crisi, il problema era di “furbetti”, mai identificati che non andavano a lavorare.). Come la nostra provincia gestirà dopo il passaggio della Centrale Operativa Territoriale (ancora viva grazie al sostegno assicurato dalle prestazioni in convenzione con l’A.O. Moscati) alla sua sede naturale nella Asl, le reti IMA, Stroke, Traumatologica, Emergenza Pediatrica, Neonatale e emergenze digestive, subiranno ulteriori contraccolpi? Magari risolvibili con ulteriori accorpamenti, e riduzione per decreto delle distanze fra insediamenti urbani? Di questo ed altro intendiamo discutere insieme a loro permettere in rete sindacati, ordini sanitari e istanze territoriali.Ciò perevitare che il PNRR  nella nostra provincia serva solo a costruire ulteriori scatoloni vuoti.

Redazione IrpiniaPost

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