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Produzioni tipiche irpine, Export inutile senza turismo

L’export, la promozione, il marchio di un prodotto. Se la gente non viene ad assaggiare nel luogo di produzione restano concetti sterili. Qualcuno si arricchirà pure continuando a vendere in Italia o all’Estero, ma le ricadute generali saranno sempre scarse in Irpinia. E’ stato il ragionamento del deputato Massimo Fiorio, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, in un convegno sulla tutela e il rilancio del formaggio Carmasciano a Rocca San Felice. Non è un ragionamento banale il suo. E’ un ragionamento che in Irpinia vale tantissimo. Quante volte gioiamo per il successo di un vino o di un formaggio e poi non vediamo alcun ritorno in termini di presenze sul territorio? Troppe volte, complice il miraggio di Expo. “E allora un marchio non basta”, ha detto Fiorio. Un approccio condiviso anche da Rosetta  D’Amelio e Luigi Famiglietti. A Rocca si parlava infatti di riconoscimento e di tutela del Carmasciano. Florio spiega: “E’ un percorso interessante. A settembre si riunirà il tavolo ministeriale allargato a sindaci e produttori della zona. Ma quando si parla di eccellenze si pensa solo al gusto. Eccellenza è qualcosa di più complesso. E’ mettere insieme strumenti perché la qualità sia riconosciuta. È organizzare autogoverno. Dare vita a una consapevolezza. Ma molto deve essere legato al turismo. In Irpinia – ha ribadito il parlamentare – il vino è un forte attrattore, va sfruttato meglio”. Una questione complessa, perché a Rocca San Felice e dintorni non si dovrà discutere solo di formaggi. Si dovrà cercare di studiare un consorzio che dal cibo si allarghi al turismo. A un certo tipo di turismo naturalmente. Con percorsi studiati, strategie, promozione continua. Rosetta D’Amelio osserva: “Davanti a noi una grande sfida. Non abbiamo bisogno di assistenza e lamento al Sud e in particolare in Irpinia. Abbiamo bisogno che eccellenze, qualità e paesaggio diventino indotto. Turistico ma non solo. Con l’aiuto di soggetti come Slowfood dobbiamo cambiare mentalità. Creare una vera rete. Stiamo vincendo la scommessa del vino. Ora dobbiamo vincerne altre. Attivare filiera del Carmasciano in tempi brevi. Dal Ministero le carte passeranno alla Regione, assumo un impegno a dare una mano per accelerare il percorso”. Luigi Famiglietti, che già ha fatto approvare un Odg alla Camera sul marchio Dop per il formaggio, traccia la strada: “L’Ordine dei Veterinari con il presidente Vincenzo D’Amato ha fatto sì che una serie di produzioni di Carmasciano si siano messi in rete per una prima autocertificazione. A settembre convocati sindaci e produttori. Prima l’Igp però. La volontà c’è tutta, dobbiamo superare diffidenza e scetticismo. Il formaggio deve diventate un attrattore. La gente deve venire qui attratta dalle produzioni. E bisogna creare incentivi per i giovani, fondamentale il ruolo della regione”.

Redazione IrpiniaPost

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