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Progetto Pilota, per Aquilonia fondi sul Museo etnografico

Poco più di 700mila euro per Aquilonia e il Museo etnografico “Beniamino Tartaglia”. E’ questa la cifra che la Regione Campania, con una delibera approvata martedì a Palazzo Santa Lucia, destina al paese dell’Irpinia d’Oriente. Un finanziamento che rientra nel più ampio progetto di rete museale pensato dai sindaci della Città dell’Alta Irpinia. Aquilonia è così uno dei primi Comuni (gli altri sono Sant’Angelo dei Lombardi, Nusco, Conza della Campania e Castelfranci) che beneficia delle risorse regionali per la Strategia nazionale Aree interne. Si punta a valorizzare ciò che c’è nei paesi per creare sviluppo turistico e occupazione e frenare lo spopolamento.

Abbiamo richiesto un finanziamento su un luogo che già ospita ogni anno 10-15mila visitatori e che è il primo museo etnografico in Europa – commenta soddisfatto il sindaco Giancarlo De Vito -. Al suo interno abbiamo ricostruito in modo sistematico la memoria storica del nostro borgo“. Nato nel 1997 per iniziativa del professore Tartaglia, cui è stato intitolato, il museo è infatti frutto delle donazioni di documenti e oggetti della popolazione locale e da generazioni di emigranti, partiti soprattutto dopo il terremoto del Vulture del 1930. Sul sito si precisa che attualmente la visita non prevede pagamento di un biglietto, ma sole offerte, e che il personale è volontario.

L’intervento riguarderà solo l’edificio che ospita il museo e non la vicina Carbonara, sito archeologico che pure affascina e recuperato solo in parte . “Il finanziamento riguarda lavori di efficientamento energetico. Interverremo – spiega ancora De Vito – sugli elementi termici, sugli infissi, la coibentazione degli spazi, il fotovoltaico sul tetto e la climatizzazione delle sale. Andiamo quindi a migliorare la fruizione di quello che già c’è, ad accogliere meglio i visitatori, le scolaresche. Non a caso ad Aquilonia vanno molte meno risorse rispetto agli altri paesi. A differenza di Nusco – conclude – non dobbiamo creare e organizzare il museo, da noi c’è già. Abbiamo perciò evitato di richiedere fondi per cose già fatte, sarebbe solo stato uno spreco di denaro pubblico”.

Paola Liloia

Classe 1985, laureata alla Sapienza in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo. Ha collezionato stage in uffici stampa romani (Confapi, ministero per la Pubblica Amministrazione, Senato) e collaborato con agenzie di comunicazione, quotidiani online locali e con il settimanale "Il Denaro". Ama la punteggiatura. Odia parlare al telefono e i tacchi. Ama l’Inter e le giornate di sole.

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