“Non ci fermeranno. Le intimidazioni miserabili, vili e criminali che ieri sono state rivolte al nostro giornale, con l’invio di una busta chiusa di un proiettile inesploso, non ci faranno piegare la schiena”. Con queste parole è andato in edicola Il Quotidiano del Sud dopo le minacce di venerdì. Il direttore Gianni Festa ha lanciato l’allarme, anche per la nostra provincia. “Mai era accaduto in Irpinia che una redazione di un giornale diventasse destinataria di minacce di morte così esplicite. Questa è il segno che qualcosa anche nella nostra vecchia provincia addormentata sta cambiando, anzi degenerando. Guai se le Istituzioni sottovalutassero questa vicenda”. Vari i messaggi di solidarietà. Dai colleghi chiaramente alla politica. Con Rosetta D’Amelio, Maurizio Petracca, Domenico Gambacorta, Cosimo Sibilia. Poi la solidarietà del mondo sindacale. Tantissimi gli attestati di vicinanza. “Sappiamo che il rischio maggiore – ha scritto Festa nel suo editoriale – si corre quando si toccano gli interessi economici del malaffare, quando si usa lo strumento che si ha a disposizione, la parola per raddrizzare cammini storti e avviluppati nelle melme del male. Ma la parola scritta è l’unica cosa che abbiamo e la difenderemo sempre”. Proseguono intanto le indagini e non è chiaro chi o cosa fosse il bersaglio effettivo di quella lettera. Il direttore? La redazione? Qualche redattore in particolare? Si indaga a tutto campo.
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