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Referendum costituzionale Sì o No: la geografia irpina

Entrerà nel vivo nelle prossime settimanela campagna elettorale per il referendum costituzionale sulla Riforma Boschi. Il Partito Democratico, è inutile negarlo, si gioca molto in questa tornata elettorale. Non c’è in ballo soltanto il ridisegno dell’attuale assetto costituzionale con la trasformazione del Senato, ma anche la stabilità del Governo e, un secondo dopo, la leadership di Matteo Renzi all’interno del partito.Non servirà il quorum, a differenza del referendum dello scorso aprile quando gli italiani si ritrovarono a esprimere parere sulle trivelle in mare. Quindi sul risultato delle urne non peserà, o almeno non peserà troppo, l’astensionismo. Che vada a votare il 30 o il 60% dei cittadini, il referendum sarà comunque valido. La riforma passerà oppure no. Vista la posta in gioco il fronte del NO cercherà di cogliere la ghiotta occasione del referendum convincendo fino all’ultimo elettore. E il PD non potrà certo nicchiare. Anche qui in Irpinia, dove ci eravamo lasciati a cavallo di luglio e agosto con il doppio appuntamento pro SI organizzato daLuigi Famiglietti, che aveva portato ad Avellino il deputato Emanuele Fiano, e dal comitato Sì al cambiamento Irpinia, riconducibile alla presidenteRosetta D’Amelio. Lo stesso gruppo a partire da metà settembre inizierà una serie di appuntamenti itineranti sul territorio a sostegno della riforma. Con il SI anche Open Irpinia, l’associazione che fa capo all’ex segretario provincialeCarmine De Blasioe Radici Democratiche diChiara Maffei, così come i renziani delle varie ore: dal circolo “DEM online” a Big Bang Irpinia riconducibile aBeniamino Palmierie allo stesso Famiglietti, fino all’ex senatoreEnzo De Luca. Della partitaGianluca Festacon “Basta un Sì Davvero” e la presidente del partito provincialeRoberta Santaniello, in campo da tempo in favore della legge Boschi con “Generazione Futura” che assieme aDonato Pennettaha costituito il comitato “Basta un sì Irpinia Sannio”: tra gli iscritti illustri figurano il consigliere comunale avellinese Arturo Iannaccone e il consigliere regionale Carlo Iannace. Convintamente pro riforma la deputata atripaldese e membro della segretaria nazionaleValentina Paris, come tutta l’area dei Giovani Turchi. Tra i big del Partito Democratico provincialela posizione più critica rispetto al SI è occupata da Francesco Todisco, cuperliano, apparso defilato finora sul “campo di battaglia”. Spostando lo sguardo verso il centro si collocano con il fronte del SI Scelta Civica, i cui più alti riferimenti irpini,Angelo D’Agostino e Enzo Alaia, sono alle prese anche con il futuro incerto del partito a livello nazionale. Così come il Nuovo Centrodestra: Alfano e i suoi sostengono la riforma, qui in Irpinia il massimo referentePietro Fogliaancora non ha promosso iniziative ufficiali. Nella grande casa del NO trovano spazio formazioni politiche di sinistra, centro e destra tutte concordi nello stop a Renzi. Partiamo dai centristi dell’Udc da tempo schierati contro la riforma:Ciriaco De Mitapresiede il “Comitato per la Costituzione e le Riforme” e non ha mai nascosto la sua avversione nei confronti delle modifiche alla Carta pensate dal ministro Boschi. Di ispirazione popolare e respiro europeo il “Comitato Popolare per il No al Referendum sulle Modifiche della Costituzione” alla cui guida figura un altro irpino, l’ex europarlamentareGiuseppe Gargani. Proprio quest’ultimo pochi giorni fa ha portato a Sant’Angelo di Lombardi il giurista Paolo Maddalena per spiegare le ragioni del NO. Si opporranno alla riforma anche l’associazione“Primavera Irpina” di Sabino Moranoche nei mesi scorsi aveva riunito attorno allo stesso tavolo Gianfranco Fini, Ettore de Conciliis e Franco D’Ercole. Restando nel centrodestra Forza Italia e il presidente della ProvinciaDomenico Gambacortarisultano schierati per il NO. Contrari alla riforma ancheMovimento 5 Stelle, Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista e i civatiani irpini: il deputato Giancarlo Giordano e la consigliera del Comune di Avellino Nadia Arace, esponenti del “Comitato per il No al referendum per le modifiche alla Costituzione” sono già usciti pubblicamente insieme promuovendo dibattiti sul tema.

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