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Referendum: un SI per salvare territorio e democrazia

Le prossime settimane saranno intense e decisive. Il referendum sulle trivelle è il primo passo verso la stesura di un progetto di sviluppo alternativo per il nostro territorio.Determinanti sono state le varie iniziative svolte dai comitati “NO TRIV” in questi anni, che hanno cercato di sensibilizzare alla causa.Da riconoscere anche le difficoltà riscontrate nel fare emergere i rischi e pericoli connessi alle estrazioni petrolifere. Le visioni irreali e illusorie, scaturite dall’idea che le trivellazioni avrebbero portato crescita e benessere, hanno generato diffidenza nei riguardi dei vari comitati, che si sono da sempre opposti ai progetti di trivellazione. La falsa speranza che scaturiva dalla crisi economica e dalla necessità di avere un posto di lavoro, si è rivelata vana. Chiaro è che l’oro nero porta ricchezza alle compagnie petrolifere, i veri colonizzatori. Devastano un territorio, speculano  sulla nostra terra, diffondono inquinamento ovunque, ostacolano e distruggono i nostri prodotti, avvelenano le falde acquifere.Il caso Basilicata è emblematico, “un affare per i soliti noti, mainquinamento per tutti”,titolava Il Fatto quotidiano qualche settimana fa..“L’oro nero resta attaccato a chi lo maneggia, coi pozzi che arricchiscono gli altri e avvelenano chi gli sta intorno”, questo è quello che dice l’indagine fatta in Val d’Agri, con i relativi avvisi di garanzia. All’elenco si dovrebbe aggiungere anche il rischio sismico del nostro territorio. E’ evidente che negli ultimi anni è aumentato l’interesse e l’attrazione di flussi turistici. Si sono accesi i riflettori su un posto spesso passato alla cronaca solo come Meridione d’Italia, o per il terremoto dell’Ottanta. Non dobbiamo, quindi, lasciare nelle mani di speculatori quello che negli anni abbiamo ricostruito. La ricchezza e lo sviluppo potrebbero crescere  puntando sull’originalità dei nostri prodotti, sui sapori, e su tutto quello che la nostra terra di magico nasconde. Un territorio ricco e incontaminato, dove la natura regna sovrana. In questo ultimo mese dovremmo unire le forze e diffondere un unico messaggio. Con l’ammissione del quesito referendario abbiamo già ottenuto un passo avanti, ma credo che la poca conoscenza del perché NO, che nella fattispecie è un sì, è un ostacolo da considerare e la chiarezza del quesito referendario è determinante. Un Sì, quindi, all’abrogazione della normativa che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalla costa italiana senza alcun limite temporale.Un Sì che ci dia la possibilità di scegliere una politica di crescita diversa dalla mercificazione petrolifera selvaggia.Nell’era di Facebook potrebbe essere importante utilizzare la propria bacheca per spingere la gente ad andare a votare e per spiegare le motivazioni che ci portano a lottare per il Sì. Il non raggiungimento del quorum potrebbe essere un grosso fallimento per la democrazia. Invito tutti a partecipare attivamente a questa campagna referendaria. Il 17 aprile, quindi, vota sì all’abrogazione della normativa vigente. Per difendere il territorio uniamoci in una rete di associazioni, di cittadini, di istituzioni, di enti locali, che favorisca la reale partecipazione dei cittadini, e scongiuri, una volta per tutte, i rischi connessi alle trivellazioni.

Redazione IrpiniaPost

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