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Regionali, da Nusco si muovono i popolari

“Il governatore De Luca, anziché porsi il problema della natura della coalizione con la quale si ripresenterà alle Regionali, propaganda uno stuolo di 11-12 liste civiche, truppe da mandare al massacro. Io non so se dobbiamo necessariamente organizzare un nuovo partito. L’importante però è fare qualcosa. Non importa essere tanti o pochi. Ma non arretriamo, senza insegne e senza bandiere”. Sono queste le parole diGiuseppe De Mita, ex parlamentare ed ex vicepresidente della Regione Campania, intervenuto nel pomeriggio di lunedì a Nusco nel corso dell’iniziativa “Per un progetto popolare” organizzata dal suo partito “L’Italia è popolare”. Un incontro sollecitato dal basso, dai sindaci, e arrivato al termine di una primavera che ha visto l’altro De Mita, Ciriaco, protagonista della scena politica per la sua rielezione a sindaco del borgo nuscano. Riorganizzare l’area popolare quindi, diventa ora la priorità per i centristi demitiani, anche in vista delle elezioni regionali del 2020nelle quali, stando alle parole dell’ex deputato, potrebbe non essere lui a differenza di quanto avvenne l’anno scorso per le Politiche, il candidato di quel mondo. “Da ora in poi ci sarà un solo De Mita a fare politica”,dice Giuseppe rivolto allo zio, prima diaffidare alla consigliera regionale Maria Ricchiuti l’onere di guidare il processo:“Maria tocca a te caricarti la parte organizzava, in senso politico, di questa iniziativa. Il 4 marzo ha lasciato sgomenti non per il risultato in sé, ma perché di fronte alla crisi abbiamo organizzato la diserzione. I rapporti tra rappresentanti istituzionali sono diventati una cosa di cortesia. Guardiamo ad Ariano dove c’è un sindaco di minoranza e la maggioranza, pur di tenere dentro una porzione di potere, anziché preoccuparsi di rappresentare chi li ha eletti, studia il sistema per far governare Franza”. La consigliera salernitana incassa l’investitura. Poco prima aveva detto, dando uno spunto di concretezza all’incontro:“Suggestive le sollecitazioni di amministratori di vari luoghi arrivate questa sera. C’è un appello a recuperare un dialogo politico e un vuoto politico. Già qualche anno fa facemmo una cosa del genere, a Napoli, ora dobbiamo recuperare quell’entusiasmo. Rimettere al centro le comunità. E perciòquesta di oggi non può essere un’iniziativa isolata, dobbiamo replicarla in tutte le nostre realtà locali“,la proposta di Ricchiuti. Ad ascoltare ci sono amministratori arrivati da tutte le province campane e da oltre i confini regionali. Intervengono il sindaco piemontese di Pragelato, Giorgio Merlo, il senatore Lucio D’Ubaldo e l’assessore regionale al turismo Corrado Matera, così come le fasce tricolori di Montesarchio, Molinara e Castel Morrone. Prende la parola pure l’ex direttore generale del Moscati Pino Rosato. E si vedono Antonia De Mita, il segretario provinciale di L’Italia è popolare Giuseppe Del Giudice, il presidente dell’Asi Vincenzo Sirignano,il neo sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto, i primi cittadini diTrevico e San Nicola Baronia. Discreta la presenza dall’Alta Irpinia: ci sonoLuigi Ciccone e Felice Fiore, rispettivamente sindaco e vice di Conza della Campania;Rino Ferrante e Maria Varricchioper l’amministrazione di Bagnoli Irpino, da dove arriva pure l’ex primo cittadino Filippo Nigro. E ancora amministratori da Torella dei Lombardi, la numero due di TeoraRosetta Casciano e i sindaci di Rocca San Felice e Guardia Lombardi, Guido Cipriano e Antonio Gentile. Marcano la presenza pure Tony Lucido da Sant’Angelo dei Lombardi, Valeria Frino da Sant’Andrea di Conza e Maria Rusolo e Giovanni Bove dal capoluogo. Ovviamente c’è la maggioranza demitiana in Consiglio comunale. Lungo e articolato, ricco della consueta analisi storica, l’intervento diCiriaco De Mita. Visibilmente soddisfatto per la sala piena, il sindaco di Nusco sottolinea che l’affluenza“conferma nella testa la percezione di qualcosa che sta per accadere. Lo sgretolamento di quello che c’è e la necessità di riprendere un comportamento virtuoso, già presente nel passato, che aiuti ad aggregare”. Del resto, dice l’ex segretario Dc,“il popolarismo è un pensiero sopravvissuto a tutto, anche allo stesso marxismo”. Ripercorre le concitate fasi della nascita del Pd, il suo rapporto fiduciario prima con Rutelli e poi con Veltroni, fino all’episodio della candidatura di Pina Picierno al suo posto nel 2008.“Il Partito democratico di fatto non è mai stato creato. Uscii di scena perché apparve una giovinetta casertana”, ricorda. Su Renzi ribadisce concetti già espressi in passato:“Lui ha guidato il Pd e il modello di governo verso il personalismo, aprendo la strada a ciò che c’è oggi.Dopo il 4 marzo rimasi scioccato per la valanga di consenso dato a gente che parlava quasi a segni– confessa -.Ora abbiamo al governo personaggi improvvisati: uno senza formazione, l’altro che si candida in Calabria e prende i voti delle mafie consapevolmente (Di Maio e Salvini, ndr)”. Infine,un passaggio sulla vicenda amministrativa avellinese, teatro della spaccatura del mondo demitiano testimoniata in modo plastico dall’assenza del consigliere regionale, un tempo suo fedelissimo, Maurizio Petracca. “Ad Avellino il pensiero è scomparso dalla competizione politica. Pensavano che da una certa età in poi non si capisce più e volevano farmi fuori. Io invece sapevo che da una certa età in meno, non avevano intelligenza politica“. comments

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