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Riapertura scuole, il Vescovo Cascio: ‘Le regole sono una palestra per crescere’

Di mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia Pace a voi tutti, carissimi ragazze e ragazzi, giovani, che state per iniziare la grande avventura del nuovo anno scolastico. Stimati docenti, presidi, laboriosi collaboratori scolastici, anche a voi rivolgo il mio saluto all’inizio di questo anno. In modo particolare includo nel saluto augurale anche le famiglie, le famiglie dei nostri ragazzi, dei nostri giovani, che in questo momento allargano la loro familiarità alla scuola. E la scuola si apre ad accogliere i ragazzi, le ragazze, i giovani, le giovani, insieme alle ansie e alla collaborazione delle famiglie. Non parliamo soltanto del rapporto scuola-famiglia, parliamo e speriamo di creare un’unica famiglia, che si qualifica con l’aggettivo scolastica, ma che porta con sé l’ansia, la preoccupazione e la gioia di essere, insieme, comunità educante ed educativa. Cari ragazzi, carissimi giovani, cosa dico a voi? Sta per iniziare questo anno diverso. Dico innanzitutto che il rispetto rigoroso delle regole che troverete, già le conoscete, per vivere la scuola in presenza, sono una palestra. Una palestra perché insieme impariamo – imparate – a preoccuparci dell’altro. Sì, queste regole servono a creare la sana preoccupazione per il bene degli amici, dei fratelli, dei genitori, dei nonni a casa. È tempo prezioso per imparare a preoccuparci degli altri. È, ancora, una palestra perché il rispetto di queste regole rende quella scolastica una comunità che vive nella società civile e collabora al bene della società civile. Una scuola, che vive questo tempo nel rispetto delle regole, conservando il più possibile la salute dei suoi membri, è un contributo unico alla salute e al buon andamento della vita sociale e civile. Ma in ultimo, cari amici, è una palestra perché ognuno di voi – ognuno di noi – si tempra, si rafforza nel carattere, nella determinazione, perché la persona ha bisogno di temprarsi per non lasciarsi andare alla casualità dei gesti e delle azioni. No, cari ragazzi, cari giovani, non lasciate nulla al caso, ma ogni vostro gesto segua sempre una riflessione, una convinzione e abbia uno scopo definito. Certo, siamo stretti tra due posizioni, tra quella che è stata chiamata la DAD (didattica a distanza), la fatica della DAD, e dall’altra parte la paura della didattica in presenza. Fatica e paura, possiamo iniziare l’anno scolastico così, pensando alla fatica della DAD e alla paura della didattica in presenza? No. Mettiamo in secondo piano questa e fatica e questa paura e iniziamo con un senso di gioia perché vi ritrovate insieme, perché – mi metto anch’io – ci ritroviamo insieme. La DAD è per ritrovarsi insieme, la presenza è gioire dello stare insieme. È più facile gioire, è più facile incontrarsi, è più facile trovare motivazioni belle per l’apprendimento nel guardare in faccia i propri insegnanti, nel guardarsi e scherzare, anche gioire e constatare la crescita dei compagni, degli amici, delle amiche, una crescita culturale, ma anche una crescita fisica. Voi non ve ne accorgete, ma in questi anni crescete anche fisicamente e vi ritrovate uguali e diversi in una nuova bellezza, la bellezza dell’adolescenza, la bellezza della giovinezza. Tutto questo si gode ritrovandosi insieme. Allora, carissimi amici tutti, vi do una parola di incoraggiamento e di speranza: riusciremo comunque a essere una comunità educante ed educativa, che diventa tale anche all’interno della società civile. È educante ed educativa per se stessa, per la comunità, e tutti, dai ragazzi al personale di collaborazione, contribuiscono a formare questa comunità. La società vi guarda, sì tutti vi guardiamo perché cerchiamo di darvi tanto, ma siamo sicuri di ricevere molto di più dalla vostra vita scolastica, dalla vostra gioiosa, giovanile vita scolastica. Voi siete il cuore pulsante speranza per il nostro Paese. Buon anno scolastico e Dio vi benedica!

Redazione IrpiniaPost

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