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Rifugiati a Bagnoli? Il no e i dubbi del sindaco

Dopo Torella dei Lombardi,anche Bagnoli Irpino si interroga sul tema dell’accoglienza dei migranti. Ieri sera lo ha fatto pubblicamente in un’assemblea molto partecipata e pacata. A suscitare il dibattito era statauna lettera apertadel dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Kennedy” Luciano Arciuolo indirizzata ai sindaci di Castelfranci, Nusco e appunto Bagnoli. Chiedeva di aprire i paesi e quindi le scuole ai rifugiati, magari minori non accompagnati, per contrastare lo spopolamento delle comunità e la chiusura degli istituti. Ne era nato un confronto anche dai toni duri sui social network sullaproposta di aderire al progetto Sprare la positiva iniziativa dell’associazione Palazzo Tenta39 che aveva lanciato un sondaggio online e che si era fatta poi promotrice dell’assemblea pubblica di ieri sera con esperti e cittadini. Di gente in sala ce n’era davvero tanta: tantissimi i bagnolesi, diversi gli amministratori arrivati da comuni vicini. Ad ascoltare la blogger di Vertenze Ambientali e operatrice sociale Paola Gerola, c’erano ad esempio il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, il vicesindaco di Montemiletto Nando Zoina, rappresentanti dell’amministrazione di Paternopoli, la segretaria del circolo PD di Montella e consigliera di opposizione Anna Dello Buono. C’era anche il sindaco di Bagnoli Irpino,Filippo Nigro, che nei giorni scorsi non aveva chiuso del tutto le porte alla proposta di Arciuolo.“Ci sono situazioni poco chiare, tipo quella riguardante la cosiddetta clausola di salvaguardia– ha detto il sindaco –Ad oggi la nostra amministrazione non è favorevole all’ipotesi di aderire al progetto Sprar”.Diverse gli interventi anche dei cittadini, che hanno posto domande dimostrando quanto il tema sia sentito tra la popolazione. “C’è di fondo paura tra la gente– ha commentato la moderatriceGiuseppina Di Crescenzo, penalista –Una paura che, è brutto dirlo, nasce spesso dal diverso colore della pelle. Ma non è razzismo. Basti pensare che nelle nostre comunità ci sono decine di persone dell’Est europeo che vivono integrate. In realtà, proprio l’assenza di progetti di accoglienza che integrano genera disagio, insofferenza e alimenta situazioni di irregolarità”. Integrare subito dopo aver accolto è stato anche l’auspicio del parroco, Don Stefano, nel suo messaggio inviato all’assemblea.“A volte i problemi nascono dall’accavallamento tra Cas (centri di accoglienza straordinaria) e Sprar (centri per rifugiati e richiedenti asilo)– ha spiegato Gerola –Il ruolo delle amministrazioni è quindi fondamentale per far scattare la clausola di salvaguardia che impedisce di attivare Cas dove è già presente uno Sprar”. Già qualche anno fa Bagnoli, in particolare ilLaceno, era stato individuato per l’accoglienza dei migranti.“Due strutture hanno dato disponibilità– ha aggiunto Di Crescenzo –ma la presenza di Cas sull’altopiano come si concilierebbe con il turismo?”.

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