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Rotondi: ‘Con noi si riaggrega l’elettorato democristiano’

La politica ha un tratto di irrazionalità che la rende imprevedibile e perciò affascinante. In queste settimane di campagna elettorale assisto – non senza soddisfazione, ammetto – a un fenomeno curioso: la riaggregazione spontanea e silenziosa dell’elettorato democristiano. Il fenomeno è evidente nel collegio di Avellino, dove sono candidato, ma l’eco mi arriva da tutta Italia: antiche diatribe correntizie sono dimenticate, scissioni lontane sembrano non sanguinare più. Siamo invecchiati, certo, ma qui fa impressione rivedere unito un piccolo mondo ancora vividamente espressivo di quella che fu la più forte classe dirigente dell’Italia che vinceva. L’anomalia è che tutto questo avviene nel segno di un centrodestra guidato da Giorgia Meloni, che proprio democristiana non è. Eppure qualche spiegazione si scopre, grattando sotto il paradosso‘.
Lo scrive Gianfranco Rotondi, candidato alla Camera in provincia di Avellino, su Facebook. Oggi contano più le persone che i partiti. Piace la storia di questa donna coerente, immunizzata da giochi di palazzo, intrighi di casta, governi tecnici. Piace insomma che lei indossi la toga della politica, e non se la faccia sfilare da nessun potere forte – dice riferendosi a Giorgia Meloni -. Ricorda i nostri grandi maestri democristiani, quando accoglievano gli Agnelli da padroni di casa, o sfidavano in piazza i magistrati guasconi, o difendevano la ricostruzione dell’Irpinia dai giornaloni che invocavano moralità, e invece promuovevano lo scippo dei fondi. Su questa suggestione di ritorno della politica, danza il mio umile, ritrovato impegno in questa terra: se la politica torna a contare, serve una classe politica che faccia contare l’Irpinia. Non so se sarò eletto, non mi faccio cullare dai sondaggi, perché l’Irpinia non ha mai dato la vittoria al centrodestra. Ma so che il centrodestra nazionale, onestamente, è già vincente. La mia storia personale – sono il più giovane, ma pur sempre uno dei tre fondatori del centrodestra in campo – mi permetterà di avere comunque una voce nelle scelte del governo che verrà. E lo farò per farmi sentire, per farci sentire, come quando – ragazzo – accompagnavo i grandi della Dc con un controcanto che allora era contestazione, oggi ricomposizione e rilancio di una grande storia collettiva‘.
IrpiniaPost

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