Mercoledì 29 e giovedì 30 giugno a Sant’Angelo dei Lombardi tappa per il “Napoli Teatro Festival”, con lo spettacolo “La casa di Bernalda Alba”,ultima opera di Federico García Lorca. La location è l’anfiteatro nel centro storico, ore 20.00. Ingresso libero. E’ un raro esempio di sensibilità e poesia nel raccontare il mondo femminile da parte di un autore teatrale. Il suo dare voce alle ingiustizie, la sua denuncia di una mentalità antica, inadeguata, “borghese”, l’attenzione al teatro popolare rendono attuale il testo, anche a ottant’anni anni di distanza dalla sua scrittura e dalla tragica morte dell’autore. Bernarda, le cinque figlie dalle diverse personalità, le serve e la nonna sono motivo di approfondimento scenico per quel mondo femminile che, ancora oggi, viene costretto a vivere nei condizionamenti che lasciano poco spazio alla vitalità. «La casa di Bernarda Alba – si legge nelle note di Alessandra Asuni Marinae Rippa, che hanno curato la messa in scena – è quasi un manuale di studio sulle relazioni umane, sulle convenzioni, i condizionamenti culturali, le fratture sociali, l’apparire e l’esistere. Otto attrici che, per età, non corrispondono alle protagoniste del dramma ma lo sono per temperamento. Quel che ci interessa è andare a fondo dei rapporti che legano i personaggi: tutto il non detto, quelle pause cechoviane sono per noi materia viva che fa muovere i personaggi dell’opera. La chiesa, le case attorno, le strade da cui provengono voci e storie, gli uomini e le donne che alle figlie non è concesso di vedere e frequentare, la curiosità e la dissomiglianza del vicinato, la vita che ha un ritmo diverso… sono elementi che consentiranno all’ambiente esterno di dialogare con la “casa” e viceversa».Nel corso della residenza a Sant’Angelo dei Lombardi sono stati fatti una serie di incontri comuni per organizzare l’adattamento del testo, a partire dalla storia del paese, in un confronto di mondi vissuti, memoria e immaginario. Una trentina di persone coinvolte saranno il “mondo” intorno alla casa, per avvicinarci all’esperienza che lo stesso Lorca visse con La Barraca: «per salvare il teatro la prima cosa è darlo al suo pubblico. Questo pubblico esiste già: è il popolo».
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