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Scuole chiuse in Campania, il Tar dà ragione al Governo

Il Tribunale Amministrativo della Regione Campania ha accolto il ricorso del Governo e di alcuni cittadini contro l’ordinanza n.1/2021 della Regione Campania che stabiliva lo stop alle lezioni in presenza, fino al 29 gennaio, per le materne, elementari e medie. In particolare, la presidente della 5° Sezione del Tar Campania ha disposto la sospensione dell’esecutività dell’ordinanza e ha fissato per la trattazione collegiale la Camera di Consiglio dell’8 febbraio, che si pronuncerà in merito alla validità o meno della chiusura.

In mattinata la Regione aveva inviato ai giudizi amministrativi una relazione a supporto della scelta. Nel frattempo però tanti sindaci avevano chiuso di propria iniziativa le scuole, superiori comprese, confermando quindi la linea della prudenza adottata da Palazzo Santa Lucia.

Per De Luca e i suoi la decisione di Palazzo Santa Lucia non violava il decreto legge n.111/2022, “risultando provata una condizione di eccezionale e straordinaria necessità attestata, tra l’altro, da Rt di ospedalizzazione pari a 1,78, che indica il raddoppio dei ricoveri Covid in arco settimanale; esaurimento posti letto pediatrici Covid, nella regione con popolazione più giovane d’Italia; blocco già decretato delle attività sanitarie di elezione; previsione di certo esaurimento di posti letto di degenza Covid nel breve periodo in mancanza di misure immediate”. 

Si leggeva ancora nella relazione depositata al Tar che “le misure nazionali non sono fondate sul parere tecnico-scientifico del CTS, che non è stato convocato, contrariamente a quanto richiesto da tutte le Regioni per assumere decisioni consapevoli. Al contrario, l’ordinanza regionale è fondata su un’istruttoria tecnica che tiene conto dei dati più aggiornati della Cabina di regia nazionale; delle valutazioni dell’Unità di crisi regionale; della richiesta di presidi e sindaci che segnalano criticità non risolvibili a breve”.

Inoltre, Palazzo Santa Lucia sottolineava: le misure previste dal decreto governativo sono inattuabili e del tutto virtuali, almeno nel territorio regionale della Campania, tenuto conto che vi è impossibilità di assicurare il contact tracing e insostenibilità dei carichi da parte delle ASL, attestata dai dirigenti scolastici e da tutti i Direttori generali campani; in caso di sospensione dell’ordinanza vi sarebbe un danno irreparabile per la popolazione giovanile data la previsione del picco dei contagi per fine gennaio, in presenza di una bassissima percentuale di vaccinazione sotto i 12 anni; le misure previste dall’ordinanza regionale sono equilibrate e proporzionate: tutte le scuole sono aperte; si prevedono solo tre settimane di didattica a distanza per medie inferiori ed elementari“. 

“Tre settimane di respiro per i Presidi, i Sindaci e le Asl che ne hanno fatto richiesta per ampliare la fascia dei vaccinati e scavallare il picco dei contagi”, concludeva la Regione.

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