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Settimana delle associazioni irpine, dov’è la novità?

Diciamolo senza fronzoli, una settimana delle associazioni irpine sarebbe anche una buona idea. Certo, magari con qualcosa di più stimolante della formazione degli avvocati in un contesto estivo. Di sicuro mettendo al bando i concetti tradizionali di valorizzazione e promozione, triti e ritriti. Probabilmente con una spinta rivoluzionaria e poco istituzionale. Non diciamo una Woodstock in salsa altirpina, ma quantomeno una proposta nuova nelle forme e nelle finalità. Il problema è che ilraduno delle associazioni a Teora, che ha partorito l’idea di una kermesse settembrina, nasca con qualchepresupposto discutibile. La formazione, anche se sul tema migranti, le visioni di turismo ancora sballate e fini poco chiari erano drammaticamente presenti nella pinacoteca del sabato pomeriggio. E tutto in un unico contenitore. Non sono mancati interventi di rottura col passato. E un coraggioso come Pietro Sibilia, che da mesi sta portandoa Teora un libro e un autore al mese, saprà sicuramente trovare la rotta. Ma per quello che abbiamo ascoltato l’operazione resta ancora vaga, delle sane diffidenze non possono essere nascoste. Siamo nel 2019 e nessuno pretende una piccola Woodstock, lo ripetiamo.Ma una settimana di vera libertà, come prima edizione del consorzio delle associazioni indipendenti (si spera), sarebbe forse una boccata d’ossigeno. Libertà dalla politica (anche quella delle amministrazioni), dalla pretesa di voler intercettare spasmodicamente un turista, un viandante o uno che si è perso. Libertà dai secondi fini. Una settimana per conoscersi, per invitare a un tavolo altre esperienze. Per ascoltare le band irpine o gli scrittori e i creativi irpini. Il turismo viene dopo, viene sempre dopo: dovremmo star bene tra di noi innanzitutto. Solo dopo si potrà costruire un’offerta unitaria. E diciamolo, ogni esperienza di aggregazione è fallita a queste latitudini. Stanno cadendo quelle delle Istituzioni, proprio a Teorasi è avvertito il problema venerdì scorso con notevole ritardo. Ma nemmeno le proposte romantiche per una rinascita hanno trovato terreno fertile, vedi i fiori nel deserto di Paolo Saggese. Lungi dal pessimismo e dal voler demolire un’iniziativa che noi stessi abbiamo visto di buon occhio, quella di Pietro Sibilia, facciamo solo notare come anche una bozza di proposta visionaria dovrebbe avere la convinzione di essere visionaria fino in fondo. comments

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