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Slow Food a Lioni: ‘Conoscere i prodotti irpini, primo passo verso la promozione’

Le testimonianze di aziende e imprenditori e i consigli diSlow Foodal centro dell’incontro di questa mattina a Lioni con le classi quinte dell’istituto alberghiero “Vanvitelli”. Maturandi che dovranno scegliere tra lo studio e il lavoro, tra l’Irpinia e il resto del mondo. O che magari, prendendo spunto proprio dalla discussione della mattinata, promossa dal Forum dei Giovani regionale, potranno decidere di fare entrambe le cose: di formarsi altrove e sperimentare in loco, facendo impresa, cogliendo anche le opportunità del Psr 2014-20.Oltre 100 milioni di euro per il ricambio generazionale nelle aziende o per le start up in agricoltura con il progetto Integrato Giovani. “Siete voi per primi gli ambasciatori del territorio, però per esserlo fino in fondo dovete conoscere i prodotti, la natura che li genera“. E’ stato spiegato agli studenti. “Studiate, sappiate portare la conoscenza nelle aziende. L’ingrediente fondamentale, oltre alle materie prime, siete proprio voi per fare dei prodotti di qualità“, ha dichiaratoVittorio Olivierodell’omonima azienda lionese.Gerardo Di Pietroda Morra de Sanctis ha invece raccontato l’esperienza del consorzio per la produzione di grano senatore Cappelli. “La voglia di restare in Irpinia ci ha spronati a metterci insieme in 28 aziende per un consorzio nato nel 2012. Riuscite a immaginare una riunione con ventotto teste?“. “Avere una forma di cooperazione in Irpinia non è scontato, ma sarebbe fondamentale. Non dobbiamo scimmiottare cose che non ci appartengono. I piatti devono raccontare la storia, la cultura e la tradizione. Che valgono più di una bella presentazione in stile Masterchef“, aveva ammonito in precedenza Donato Merola di Slow Food. Meno giovane degli altri imprenditori presenti, ma altrettanto appassionatoSalvatore Malerba. Il castanicoltore montellese ha annunciato che a fine anno andrà “in rottamazione” con il passaggio di testimone alle figlie. “Abbiamo vissuto dieci anni di dramma, produzioni vicine allo zero e abbiamo dovuto diversificare l’offerta. Con la birra e la pasta, ad esempio. L’agricoltura può dare tantissimo perché ha tanto da esprimere. Basta un po’ di fantasia. Siamo solo al 50% dello sfruttamento della materia prima. Stiamo lavorando a un liofilizzato adesso. L’Irpinia conta il 25% della produzione nazionale. Siamo il polo più importante per la trasformazione di castagne al mondo“. Della discussione anche la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, Carlo Iacoviello della condotta Slow Food Avellino e Angela Vuotto del Forum regionale dei Giovani.

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