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Sponz Fest, trame e sottotrame della settima edizione

Con una conferenza-presentazione sui canali social, Vinicio Capossela ha presentato la settima edizione dello Sponz Fest. Per una settimana Calitri e altri cinque paesi dell’Alta Irpiniaprotagonisti del festival, musicale ma non solo. Ospiti come Mimmo Lucano, Chef Rubio e Michela Murgia. Parte della scena trap. Musicisti come Daniele Sepe, Morgan ed Enzo Avitabile. Accademici come Vito Teti, suoni dal mondo, enogastronomia, natura e molto altro. Particolare l’annuncio del direttore artistico del fest:Vinicio Caposselain una grotta con i membri dell’associazione sponziamoci e segnale internet molto debole. Il programma è molto ricco ed è in continuo aggiornamento: si può consultare sito internet e app dello Sponz. Le principali novità di quest’anno sono l’apparentamento conMatera 2019,la location naturalistica diSenerchia, il cammino diTrenodia, segmento curato da Mariangela Capossela. Capitale o capitali della cultura?Il 24 agosto cerimonia con i vertici di Matera 2019. Secondo quando annunciato dal sindaco Michele Di Maio l’intera area dello Sponz doveva essere capitale per un giorno. Sul sito internet si parla solo di Calitri, che ad ogni modo sarà il centro nevralgico dello Sponz ad eccezione di qualche momento (apertura, chiusura e qualche altra puntata). Capitale o capitali si tratta di una data simbolica, che dovrebbe essere sfruttata nel corso dell’anno e degli anni. Si vedrà. Le polemiche.Young Signorino è il nome più discusso della settima edizione del festival. Già si è registrata una bella dose di critiche online per la presenza del trapper di Cesena. Scontri con la sezione calitrana della Lega e perplessità tra molti fan di Capossela e della settimana altirpina. La serata del 23 agosto è la Trap Pest, perché la peste e la purificazione sono temi dello Sponz 2019. Chiamata Sottaterra,la rassegna ha trame e sottotrame. Come sempre, ma quest’anno anche di più. Il concept.Se la peste è la malattia morale del mondo dioggi, la mancanza di empatia, la distruzione del tessuto sociale in nome dell’individualismo sfrenato, il bullismo mediatico, il vero che si mescola con il falso, la cura si trova “Sottaterra”, luogo della fertilità, della memoria collettiva, delle radici, premessa indispensabile per una rigenerazione sociale. Il pianto rituale è invece l’opposto della lamentela fine a sé stessa, quella che cerca, passivamente, l’autoassoluzione e la consolazione spiccia ma che non si traduce in rivendicazione dei diritti e della giustizia. Il pianto rituale è azione, rappresentazione, trasfigurazione: il mondo come lo vorremmo al posto di quello che è. comments

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