Dopo la bufera niente. Senza atti aziendali di Asl e ospedali non si procederà ai tagli a primari e dirigenti medici in esubero. Ricordate la notizia di qualche giorno fa? La Corte dei Conti mostrò all’Italia i paradossi della sanità della Campania. Più di 500 posizioni inutili. Ci si aspettava la mannaia e invece la rivolta di medici e sindacati sta bloccando il percorso di risanamento. La nota con cui il commissario della sanità Joseph Polimeni aveva disposto la soppressione immediata delle strutture rette da personale in eccesso viene rispedita al mittente dalle sigle del comparto. Dalla Cisl alla Cgil, da Anaao Assomed alla Uil. E tutte le altre. Secondo i sindacati non si deve operare sui tagli “in assenza di criteri oggettivi per la definizione di nuovi atti aziendali che tengano conto sia dei parametri ministeriali utili ad una programmazione che garantisca i livelli essenziali di assistenza sia dei bisogni di salute della popolazione – c’è scritto nel documento unitario – nonché l’assenza di un’analitica istruttoria da parte delle aziende a garanzia del mantenimento della qualità e dell’efficacia delle prestazioni sanitarie erogate, in palese contrasto con i principi di correttezza, trasparenza e buona amministrazione”.
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