Al via questa mattina l’udienza preliminare per la morte di 40 persone che il 28 luglio 2013 precipitarono dal viadotto Acqualonga della A16 a bordo di un bus. Il gup Gianfrancesco Fiore dovrà decidere sulle 15 richieste di rinvio a giudizio presentate dalla Procura di Avellino per omicidio colposo e disastro colposo. L’udienza per ragione di spazio si svolgerà in alcune aule dell’ex Carcere Borbonico allestite per contenere le 175 parti civili e oltre cinquanta avvocati. Udienza a porte chiuse, mentre in una saletta accanto potrà sistemarsi la stampa. Livelli di sicurezza altissimi nella zona circostante il complesso. Previste pure due aree parcheggio riservate ai parenti delle vittime e alle parti civili (mercatino ortofrutta e parcheggi adiacenti il capolinea di piazza Kennedy). Le richieste di rinvio a giudizio – lo ricordiamo – pendono su Giovanni Castellucci e Riccardo Mollo, rispettivamente ad di Autostrade per l’Italia e direttore generale, e i funzionari della società Michele Renzi, Paolo Berti, Nicola Spadavecchia, Bruno Gerardi, Michele Maietta, Gianluca Franceschi e Gianni Marrone, insieme al responsabile delle barriere di sicurezza, Massimo Fornaci, e a Marco Perna, responsabile per Autostrade del “progetto di sostituzione e potenziamento delle barriere di sicurezza e del bordo laterale” dell’A16 Napoli-Canosa, e al coordinatore del posto di manutenzione, con sede a Cassino, Antonio Sorrentino. Indagati pure per omicidio plurimo colposo, disastro colposo e falso in atto pubblico (dichiarano che il veicolo era stato sottoposto a revisione), altre tre persone: Gennaro Lametta, proprietario del bus, e due dipendenti della Motorizzazione Civile di Napoli, Vincenzo Saulino e Antonietta Ceriola.
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