Decimo riconoscimento Unesco per la Campania che vede entrare nella lista dei patrimoni culturali dell’Umanità anche la Transumanza, antica pratica della pastorizia consistente nella migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo e nelle Alpi. Dopo Dieta Mediterranea, l’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani, le Macchine a spalla di Nola, il Centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, il complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, Pompei ed Ercolano, la Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento, con l’iscrizione della transumanza la Campania diventa la prima regione italiana per siti ed elementi iscritti nelle Liste dei beni materiali e immateriali Unesco. E a sorridere è anche l’Irpinia, grazie alla presenza di Lacedonia nel percorso riconosciuto dall’organismo internazionale.
Ancora non ci crede il sindaco della piccola comunità altirpina, Antonio Di Conza. “E’ grandissima la mia gioia e grandissimo è il mio stupore – dice – per un risultato inaspettato per la tempistica con la quale è arrivato, un paio di anni. Soltanto l’altro ieri ero a Roma al ministero per discutere della questione con gli altri territori candidati. Lacedonia ha una serie di vie erbose comunali, gli storici tratturi ancora oggi in parte utilizzati, ed è motivo di orgoglio vedere che l’Unesco ha ritenuto importante valorizzazione questa pratica antichissima fondata sulla conoscenza del movimento del bestiame e che si porta dietro saperi e sapori”.
La candidatura all’Unesco della Transumanza è stata avanzata nel 2017 dall’Italia, capofila del progetto, assieme ad Austria e Grecia e il dossier è stato elaborato da un pool di esperti guidato dal professor Pier Luigi Petrillo, inizialmente capo dell’ufficio legislativo della Giunta regionale campana e attualmente collaboratore del ministero dell’Ambiente. “E’ stato uno straordinario lavoro corale – commenta Di Conza -. Università, ministeri, associazioni, consorzi e una molteplicità di enti hanno dato il loro contributo dalle Alpi alla Grecia. Abbiamo lavorato in grande sinergia con gli altri Comuni, pur essendoci candidati singolarmente in un primo tempo, e con l’Archivio etnografico. Ma è un successo che porta lustro a tutti i paesi del Sud e delle aree interne e montane. La nostra piccola comunità però potrà sfruttare il marchio Unesco per promuovere turisticamente il territorio“. Assieme a Lacedonia beneficiano del riconoscimento: Amatrice (Rieti), Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell’Aquila, San Marco in Lamis e Volturara Appula in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata.