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Udc pigliatutto, appello Pd alla D’Amelio

A Sant’Angelo dei Lombardiuna parte di Pd chiede più attenzione del partito sui problemi della provincia. Attenzione e chiarezza, soprattutto in relazione a progetto pilota e servizi. Non basta la vicinanza diRosetta D’Amelio?Non per tutti i sindaci evidentemente, perché il tema di fondo dell’incontro santangiolese di lunedì sera è proprio il dialogo che la presidente ha instaurato col presidente. Dialogo che secondo alcuni si trasforma in sudditanza dem. Il presidente èCiriaco De Mita,poco nominato direttamente ma protagonista in vari passaggi. E sotto accusa è quell’accordo inaugurato con Asi e Amministrative passato nei giorni scorsi per la Comunità Montana, che starebbe per riproporsi al Consorzio dei Servizi Sociali. E’ la forza dei numeri ma secondo molti così non va.“Serve un’unica voce nel Pd”, ammoniscono esponenti come Roberta Santaniello e Luigi Famiglietti. “Altrimenti il partito scompare“. Ma per diversi amministratori anche sull’area pilota c’è il buio. E se c’è buio sul progetto pilota, che è la scommessa degli ultimi anni e una possibile fetta di futuro, la partita si complica. C’è un piano strettamente politico e un piano pratico nell’assemblea santangiolese.Rosanna Repoleha messo subito le cose su un unico binario: “La realtà è semplice. A Sant’Angelo siamo del Pd al 100 per cento, sempre compatti nel partito. Abbiamo aderito in termini monolitici al Pd e alla componente della presidente D’Amelio. Adesso per quanto mi riguarda resto nella stessa componente. Ma il Pd attraversa difficoltà, quindi viene prima il partito e poi la componente. Non vogliamo vivere con i cittadini che non ci capiscono. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.In Alta Irpinia siamo passati da 9 e 5 amministrazioni Pd. Cosa fare? Prima i problemi delle persone poi il congresso“. E allora ecco i settori da mettere in ordine secondo la Repole. “Innanzitutto il Progetto pilota. Intendiamoci, il Pd deve sicuramente avere un’idea di territorio, su tutto il territorio provinciale. Un’idea unica. Ma in Alta Irpinia bisogna approfondire e chiarire alcune questioni. Come la forestazione. Il distretto turistico? Il ministro Franceschini non può essere sbeffeggiato e io non devo andare con un collega come Michele Di Maio a chiedere quasi di nascosto come stanno le cose realmente sui grandi temi. Gli amministratori devono capire le situazioni e di conseguenza le persone devono essere a conoscenza delle dinamiche. A me però interessano solo le idee buone, i servizi per i cittadini”.Chiude sul Pd: “E’ vero che in zona non abbiamo la maggioranza, lo so benissimo. Ma siamo sempre il Pd, non certo minoranza. Un partito a due cifre“. Dello stesso avviso il primo cittadino di Morra De Sanctis,Pietro Mariani,che inizia con un giudizio più pesante: “Il quadrunvirato dei quattro (Paris, D’Amelio, Famiglietti, De Luca) non è stato esattamente autorevole. Ho visto una debacle sugli enti quando serviva capacità e autorevolezza. Non si può assistere così all’affermarsi di Udc e Scelta Civica mentre non si ascoltano altre componenti Pd. Questo dovrebbe essere l’abc della politica. E invece abbiamo anche difficoltà nell’area pilota che non è più governabile”. Intervento duro anche quello diVito Farese, presidente dei Servizi sociali altirpini. Lo è ancora di più quello del coordinatore del circolo santangiolese,Giancarlo Cetta. Questa dunque la base critica degli amministratori. Critiche raccolte da Enzo De Luca, Luigi Famiglietti, Roberta Santaniello, Francesco Todisco, Lello De Stefano, Carmine De Blasio. Una piccola considerazione sull’intervento dell’ex senatore. Venire in un territorio abbastanza complesso e disastrato e dire “non mi interessa se si parla di alta o bassa Irpinia, non si deve ragionare per municipi” suona un po’ strano. L’Irpinia, il Pd irpino, passa ogni sacrosanto giorno a ragionare sulle sorti di Avellino città. Da anni. E forse per un giorno quel partito può anche discutere di un singolo territorio da 60mila abitanti, ancora di più se quel territorio è fondamentale per risorse come l’acqua. Al di là di questo, l’intervento di De Luca verte pure sui rapporti con il non-nominato partito di De Mita: “Non siamo contrari ad alleanze con chi governa con noi in Regione e a giorni alterni a Roma. Ma le alleanze– qui il messaggio alla D’Amelio –vanno fatte nei partiti e tra i partiti. Nel Pd ci siamo tutti“. “Ragionare con una sola voce all’interno del Pd” è allora il monito degli altri. Da Famiglietti a Santaniello. Con Todisco che chiosa: “Si percepisce la sofferenza, il distacco dalla politica. Non trasformiamola in rancore. Non possiamo lamentarci più di qualcuno che esercita una presenza forte e autorevole che noi non condividiamo – dice a proposito di De Mita -. Non possiamo lamentarci se prima non ci interroghiamo su noi stessi. Il punto è quello che facciamo noi, perché questa comunità non riesce a elaborare una presenza”. Pd uno o centomila? Si vedrà prestissimo, già a settembre con la riorganizzazione di enti, servizi. Con la speranza che l’importantissimo referendum non distolga gli esponenti dalla vita giornaliera dei cittadini, elettori o meno.

Redazione IrpiniaPost

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