Un bravo sindaco.

Una persona colta, gentile, capace e disponibile. Aurelio Cangero era un bravo sindaco. Il primo cittadino di Sturno, le cui esequie si terranno domani alle 15.30 presso la chiesa di San Michele Arcangelo, si è spento ieri nel suo letto d’ospedale del reparto di terapia intensiva del Moscati di Avellino dopo il malore che lo aveva colpito lo scorso mercoledì pomeriggio. Dissecazione aortica: questa la prognosi che non gli ha dato scampo. Cangero era attento. Maniacale la sua attenzione per l’arredo urbano, per il verde, per gli addobbi in periodo natalizio. Con la gioia di un bambino, osservava il dicembre sturnese, guardando viale Alberto Forgione, difronte al suo comune, esclamando:” Sembrano gli Champs-Élysées!”, orgoglio di padre. Cangero era partecipe.Memorabili le sue telecronache in diretta delle partite della locale squadra di calcio, i commenti sulla sua Roma, i gallorossi, passione insolita per uno sturnese ma indomabile. Raccontava scherzando che il suo matrimonio con l’amatissima moglie Lucia stava per saltare perchè lei, poco prima delle nozze, aveva sostituito i poster di Francesco Totti con dei normali quadri da salotto. Cangero era divertente. Il sindaco era sempre accompagnato da amici. Impossibile non ridere alle sue battute, osservando il suo parlare forbito, la sua esagerata gestualità, le sue enormi mani ciondolanti. Cangero era un oratore nato.Docente per professione e per diritto di nascita, suo padre Davide è stato lo storico direttore del locale istituto elementare, sua madre una stimata maestra, snocciolava discorsi complessi ma sempre comprensibili, con un lessico elegante, intelligente, quasi d’altri tempi. Negli annali resteranno i comizi delle ultime campagne elettorali. Cangero era sopratutto un marito e un padre. Aurelio Cangero era un Sindaco. Aurelio Cangero era il mio sindaco.