Tutto già scritto. Rinnovati i vertici del Consorzio dei servizi sociali Alta Irpinia. PassaStefano Farina, è lui il nuovo presidente. Aveva i numeri, quei numeri non sono stati scalfiti. Resta netta la spaccatura all’interno dei venticinque: i sette sindaci dissidenti rimangono tali. Nel consiglio di amministrazione erano presenti tre di loro, dopo il un cambio di maggioranza deciso nella precedente assemblea:Repole, Capone e Di Maio. Sono andati via in segno di dissenso al momento della votazione. Come già accaduto alla comunità montana, al progetto pilota e sui Gal, viene contestato il metodo della maggioranza che fa riferimento aCiriaco De Mita e Rosetta D’Amelio. “Avrei preferito si parlasse di povertà, disabilità, violenza sulle donne. Invece questo non è stato fatto, si è preferito discutere di questioni diverse“, ha esordito il neo-presidente. Che sui metodi taglia corto: “Non ci si allontana da una votazione. La forza della democrazia è ragionare con chi non la pensa come te. L’allontanamento lascia sempre la nave in mare aperto“. I ringraziamenti di rito al predecessore, Vito Farese. Ma anche qui Farina è andato oltre le formule: “Ringrazio il presidente Vito Farese che però ci ha lasciato con un’ultima lettera che mi ha dato preoccupazione nella parte in cui sembrava un testamento. Infatti c’era la parte dei debiti, delle stabilizzazioni. Come fosse un peso che va passato tra presidenti, invece dico che si tratta di un passaggio tra soci del Consorzio. La responsabilità dei Comuni non varia col variare delle maggioranze”. E sul piano politico ha spiegato: “La politica è un valore aggiunto ma deve esserlo sempre, non solo quando va nella direzione che uno auspica“. Discorso preceduto da un botta e risposta multiplo. Contro il metodoRosanna Repole e Michele Di Maio. Quest’ultimo ha ammonito ancora una volta, a proposito di progetto pilota: “Continuando così sarà difficile condividere percorsi comuni“. Mentre il sindaco di Sant’Angelo: “Sono arrivata aperta ad altre strade, consapevole dei numeri. Ma quelle strade dovevano rispondere a un criterio. Quello del paese più piccolo di 300 abitanti mi andava bene. Anche quello di scegliere il presidente che fosse il sindaco del paese che ospita il Consorzio“. Di conseguenza non Farina, che viene eletto coi voti diBagnoli Irpino (Nigro), Lioni (Gioino), Cairano (D’Angelis), Teora (Farina), Calabritto (Centanni, nuovo segretario al Consorzio) e della Comunità montana Alta Irpina (Pignataro). La ripresa di un dialogo appare difficile.Luigi D’Angelisè lapidario: “Faccio parte di un partito, l’Udc, che ha sempre cercato il metodo della condivisione più ampia, delle maggioranze possibili. Ma non si può dialogare con chi mi chiama valvassino o valvassore. Il dialogo va intrapreso sempre in due, così come la solidarietà si manifesta nei fatti. Con le offese, ripeto, non c’è dialogo“. comments
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