E’ una storia in controtendenza quella che stamattina racconta il nostro Giulio D’Andrea sull’edizione salernitana del quotidiano Il Mattino. Protagonista un 60enne di Napoli, Luciano Simeone, che risiede da anni a Sant’Angelo dei Lombardi. Attualmente è a casa, in malattia, e probabilmente dovrà affrontare un’operazione alla mano dopo l’aggressione subita per mano di un immigrato al pronto soccorso dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno qualche giorno fa, mentre era in servizio come vigilantes.
“Sono stato colpito da una persona disperata. Disperata come ce ne sono tante – racconta -. Non da un presunto terrorista. Gridava Allah come noi gridiamo Dio mio in una situazione di dolore, non Allah Akbar”. Una precisazione che il signor Simeone sente di dover fare per lanciare un messaggio di pace e correggere in qualche modo le notizie circolate subito dopo l’episodio. “Sono contrario agli estremismi, ma anche alle generalizzazioni. Mi ha aggredito un povero disgraziato come me, che non parlava neppure italiano. Non so neanche se sporgerò denuncia. Voglio lanciare un messaggio di pace”.
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