2017, lo Sponz Fest della Rivoluzione

Caratteri sovietici, lo stesso calendario di 100 anni fa. La R di rivoluzione russa e lettera finale di “all’incotrerrr”. Inizia a intravedersi l’idea dello Sponz Fest 2017. Sulle bacheche degli organizzatori sono comparse le prima anticipazioni. Non il programma ma le date, dal 21 al 26 agosto. Ancora presto per parlarne? Non proprio, perché per i grandi eventi si fa così e lo Sponz, appunto, sta diventando grande.

E se nelle parole di Capossela, che riportiamo, c’è scritto pratiche di comunità, allora bisogna parlare di Sponz. Parlarne spesso perché la rivoluzione culturale di questa parte di Sud abbia inizio.

Di Vinicio Capossela

Nel centenario del più grande evento del ‘900, la Rivoluzione Russa, (la ricorrenza si realizza perfino nella coincidenza del calendario) lo Sponz Fest, giunto alla quinta edizione vuole cambiare mano e diventare mancino, porsi dalla parte “altra” dell’abitudine e fare una sperimentazione del rovesciamento del mondo. Rivoluzione è il giro che compie su se stesso il pianeta intorno al sole, rivoluzione è girare al contrario, scardinare l’ordine a cui siamo assuefatti, rivoluzione è ribaltare il punto di vista in modo da potere osservare le cose dal punto contrario. (Esercizio di grande attualità in un mondo che va sempre più irrigidendosi nelle visioni.)

All’incontrè è il grido di battaglia delle quadriglie comandate da sposalizio dell’Alta Irpinia. Nel momento culminante del rito dionisiaco della fertilità, quando altro non si può fare per aumentare l’euforia, il Dio della dissipazione – che fa cadere “sponzati come baccalà” – ordina l’insensato: cambiare il giro di danza. Più forte non si può andare, più baccano non si può fare, non si può aumentare il numero dei convitati.. ecco arriva allora l’ordine capriccioso, che rompe l’ordine e crea nuovo disordine che rinnova la vitalità, il ri–Creo (nuova creazione del mondo).. e così si urla: “Contrè !!! Girè !!! All’incontrè”.

Ma siccome la lettera eRRe in queste lingue ispide, forgiate con la zappa, sostituisce vocali e aggettivi, ecco che all’esortazione si aggiunge anche la erre finale. All’incontrè‘R! con la erre capovolta, come spesso vengono capovolte dai vecchi contadini la esse e la zeta, per dare un effetto straniante, quasi cirillico, all’alfabeto conosciuto. In questa eRRe rovesciata, che celebra il Rovescio alla lettera, stabiliamo il punto di contatto tra una terra svuotata, rivoltosa, ispida e ribelle e un paese lontano, protagonista della più grande rivoluzione. Ora che la politica ha perso la rappresentatività degli ideali, e si è ridotta, nel migliore dei casi, ad amministrazione di consenso, vogliamo restituire l’afflato ideale a una manifestazione popolare che riprende il ribollire della materia bassa.

Lo Sponz Fest è nato in un piccolo paese dell’Alta Irpinia per darsi un’occasione di pratica di comunità. Lo sponzamento è la perdita della rigidità, l’ammorbidirsi nel bagno di sudore liberatorio della festa, del ricreo, del sacro tempo dell’inutile. Le società arcaiche e il mondo contadino conservavano ancora nei geni il bagliore dei grandi riti dissipatori dell’antichità, che rinnovavano la terra scuotendola. Questa ri-creazione non è solo fisica, ma anche ideale. Viene dalla circolazione a piede libero delle idee, che si ingigantiscono nel grande vuoto. Il vuoto può essere una risorsa, se non è riempito di immondizia. Le terre dell’interno sono il nostro scheletro e il nostro polmone di aria e d’immaginazione. Sono il luogo fondante della nazione (un Paese fatto di paesi e in gran parte di territori interni che subiscono destini simili, dai terremoti allo spopolamento, allo spogliamento), la radice in cui affonda la nostra ombra. Per questo lo Sponz Fest vuole essere un’occasione ideale di tutta questa Italia interna. All’incontrè’R è, per esempio, andare proprio in quei luoghi da cui la gente se ne è andata . Già questo è un rovesciamento del mondo, un piccolo atto che può generarne altri. Trascorrere una settimana insieme per costruire un mondo al rovescio, e quindi finalmente un po’ più giusto secondo natura, può essere un atto rivoluzionario ed è quello che ci e vi proponiamo. Partiamo dalla fine e arriviamo all’inizio. Ecco, vi aspettiamo dalla fine. Non rendiamo pubblico il programma ma un’idea.

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