Da Michele Caso, segretario generale UIL Trasporti Av-Bn, riceviamo e pubblichiamo
AIR nell’opinione pubblica, da sempre, è stata considerata un’azienda forte, autonoma, ed in grado di sfidare il sistema dei trasporti. A dimostrazione della sua grandezza, nel tempo, ha finanziato di tutto e di più. Purtroppo con il passar del tempo sta emergendo palesemente tutta la sua vera fragilità e della sua pomposità ne resta solo il ricordo.
Infatti, il colosso con i piedi di Argilla, nell’aprile di quest’anno e nel silenzio più totale, ha effettuato uno straordinario scorporo societario: da una parte AIR spa, titolare di tutti gli immobili e beni patrimoniale e dall’altra l’AIR Mobilità srl, titolare del servizio e di un parco autobus ormai decotto e fortemente inquinante. Operazione di scorporo fatta per tutelare il patrimonio e far rischiare solo i lavoratori. Lavoratori, che dopo aver fatto sacrifici si vedono privati di una garanzia patrimoniale e sbattuti in una azienda “ povera” che, a sua volta, per poter tentar di sopravvivere e per poter partecipare alla gara regionale è stata costretta, con il cappello in mano, a cercarsi un socio.
Nel frattempo, sulla gestione, nulla è cambiato, anzi. L’ ing. De Sio, titolare di un doppio incarico di Amministratore sia all’AIR spa, che all’AIR Mobilità, stà effettuando una conduzione delle aziende a dir poco sui generis. Cosa che non si addice a chi ha il compito di gestire un bene pubblico. Promozioni facili, vedi l’ultima infornata fatta agli amministrativi recentemente, continua a mantenere tre diversi trattamenti del personale, tra quelli dell’ex CTI ATI, tra quelli ex EVA di Benevento e gli storici dell’AIR. Non ci vuole molto per comprendere che questa stato di cosa crea grandi problemi organizzativi, e nonostante anche le nostre reiterate richieste non viene affrontato. E nel mentre sul piano regionale altre aziende di trasporto pubblico per far fronte al fabbisogno di personale, effettuano i concorsi in modo trasparente, qua all’AIR Mobilità si arriva al paradosso che quasi un terzo della forza lavoro, è fatta di personale precario interinale, con tutto quello che questo comporta e con modalità di selezione particolari. Le due autostazioni, quella di Avellino e Grottaminarda, che rappresentavano una risposta ambientale e organizzativa soprattutto quella per la citta di Avellino, restano ferme al palo. Ci troviamo di fronte solo a dichiarazione di sola buona volontà, senza nulla di certo e di concreto, da parte dell’ing. De Sio.
In questo scenario quello che è a rischio il futuro dei lavoratori e di un servizio non certo qualificato, sull’intero bacino di Avellino e Benevento.
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