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Alluminio Italia, il nuovo corso nella ex Rifometal

Ci sono anche storie di aperture e riaperture nel mosaico dell’industria in provincia di Avellino. Sabato 2 marzo apre i battenti la Alluminio Italia-Gruppo Fecs. Nella sala consiliare del Comune di Nusco, ore 11.00, la presentazione del piano industriale: interverrà Giuseppe Martinelli, amministratore unico di Alluminio Italia. Ci sarà il numero uno di Fecs, Olivo Foglieni. Concluderà il sindaco di Nusco Ciriaco De Mita. L’azienda nasce nello stabilimento della ex Rifometal. Con un nuovo impulso.

Martinelli, innanzitutto ci parli dell’attività.
Sostanzialmente faremo la stessa che c’era in precedenza. Fusione di rottami di alluminio per produrre lingotti allo stato solido e materiale allo stato liquido. Semilavorati in alluminio. Col gruppo Fecs, di Olivo Foglieni, che è vicepresidente di Confindustria Bergamo. Sono leader per produzione commercializzazione di questi prodotti. Il loro know-how sarà fondamentale. E poi parliamo di un imprenditore, Foglieni, che prima di parlare del business, del valore delle quote, ci ha esposto il piano di investimenti, preliminare alla messa in esercizio. Si parte con mezzi propri e si parte subito. Abbiamo acquisito azienda e immobile, sono stati spesi 200mila euro.

L’investimento a quanto ammonta? E i livelli occupazionali previsti?
Tre milioni di euro per iniziare, dieci in totale per sette anni. Gli occupati? Il piano sarà progressivo, come è progressiva la produzione. Prevediamo in prospettiva 30 unità lavorative. Ma dobbiamo anche trovare un territorio in grado di far crescere un indotto. Sarà un’operazione che non dipenderà solo da noi, ma ce la metteremo tutta.

Che livello di infrastrutturazione ha trovato in questa area industriale? 
Va migliorato molto, ma questo lo sa bene. Le strade d’accesso, la sicurezza e la videosorveglianza, il discorso ambiente. Questa area industriale va sicuramente curata a beneficio di chiunque voglia investire. Se parliamo della nostra attività, è chiaro che qualsiasi miglioramento è fondamentale. Noi in termini di logistica siamo già un po’ penalizzati. L’autostrada è a 40 km e non abbiamo trasporto su ferro, dunque sopportiamo un aggravio di costi. D’altro canto c’è da dire che il tessuto sociale è sano, assenza di infiltrazioni criminali. I nostri partner lo sanno bene.

Dopo una stagione di chiusure, un’azienda che parte. Il sindaco di Nusco, Ciriaco De Mita, sarà soddisfatto…
De Mita è la persona che ci è stata più vicina dal punto di vista morale. La soluzione non era semplice, parlo della fase di acquisizione e contemporaneamente della fase di programmazione. Le strade sembravano impraticabili, già due anni fa tentammo di far partire la fabbrica, come ricorderà. Noi siamo soddisfatti perché mettiamo in piedi un progetto pressoché unico nel Sud Italia. E perché pensiamo di coinvolgere i giovani del territorio.

Questo sito produttivo però è stato sempre nel mirino di chi si batte a favore dell’ambiente. Si sente di rassicurare il territorio?
Più che rassicurare il territorio e chi legittimamente si batte per l’ambiente, dico una cosa. Se non rispettassimo adempimenti molto rigidi in materia ambientale, noi non potremmo nemmeno lavorare. Questa tipologia di attività non può svolgersi con approssimazione. Non siamo stati approssimativi in fase preventiva, non lo saremo in piena attività. Stiamo utilizzando macchine di ultima generazione, altre sono fondate con sistemi di efficientamento energetico per evitare sprechi che danneggerebbero anche noi. Tutti i nostri impianti sono conformi alle normative, abbiamo anche fatto delle indagini a spese nostre. Davvero possiamo stare tutti tranquilli.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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