Alta Irpinia Area Pilota, le criticità punto per punto

La riunione di Nusco ha sancito un paio di certezze. La prima: l’approvazione definitiva dell’Area pilota altirpina è ormai all’orizzonte. La seconda: nonostante toni più concilianti restano criticità da affrontare, nodi da sciogliere. Questa volta non si tratta di dissensi sulla procedura o sulla mancata trasparenza. Si tratta di merito, del cuore delle questioni, dei problemi reali delle persone.

Sanità e turismo rappresentano per esempio due punti diversamente critici del Progetto Pilota dell’Alta Irpinia. Sul primo, semplicemente, non si riesce a venire a capo di nulla.

Ok le schede e le buone intenzioni, ma senza l’Asl non si cantano messe. L’Asl non si muove senza la Regione e la Regione resta comunque commissariata. Sembrerebbe il classico balletto delle competenze, su cui Rosanna Repole e Stefania Di Cicilia sono intervenute in assemblea per mettere la parole “fine”. Stop al balletto, che poi vuol dire iniziare una vertenza. In questi mesi si è discusso di tutto tra Bisaccia e Sant’Angelo dei Lombardi, fuorché del sistema dell’emergenza. Queste le parole delle due. E all’orizzonte non si intravedono rivoluzioni in grado di incidere seriamente su quello che davvero manca in Alta Irpinia. Repole e Di Cicilia hanno chiesto approfondimenti. E subito.

Per il turismo la storia è un’altra. Qui i soldi ci sarebbero, forse però manca una strategia condivisa. Parliamo di venticinque comuni e di un’assemblea dei sindaci che con l’ok della Regione e la benedizione di Vincenzo De Luca ha individuato i punti di forza (natura innanzitutto). Il problema è che alcuni sindaci si ritengono già più o meno fuori da un percorso milionario. E’ la rete museale dell’Alta Irpinia, una rete culturale e naturale, che secondo alcuni, vedi Stefano Farina, dovrebbe comprendere almeno un attrattore per ogni comunità. Così al momento non è. Dal punto di vista politico lo sfogo di Farina resta comunque abbastanza rilevante…

 

Esistono altre questioni delicate, è il caso della scuola per esempio. Anche qui nell’assemblea di Nusco si lascia intendere che qualcosa vada rivisto. La stessa Repole argomenta: “Forse è necessario uno sforzo per disegnare la scuola superiore in Alta Irpinia. Non possiamo chiedere nuovi indirizzi sapendo che la popolazione scolastica diminuisce. Dare opportunità di avere speranza e lavoro, questo deve essere l’unico obiettivo”.

Trasporti e viabilità, capitoli fondamentali. A breve termine si intravede davvero poco. Il presidente Ciriaco De Mita, e del resto c’è scritto nelle carte, aveva già individuato la priorità. La priorità viene riproposta ed è la strada di collegamento Monteverde-Bisaccia. Evidentemente ancora troppo poco, con un’Ofantina principale arteria che resta problema inevaso. Anche qui si assiste allo schema del balletto di competenze perché chi dovrebbe mettere a posto gli svincoli per le aree industriali – ma è solo un esempio – già si è mosso sul piano delle intenzioni indipendentemente dal Progetto Pilota. Parliamo dell’Asi, sui tempi e sui fondi non ci sono certezze. Di positivo c’è il fatto che lo stesso De Mita abbia parlato di un sistema di trasporto scolastico che dovrebbe essere potenziato e gratuito per gli studenti di ogni ordine e grado.

Partecipazione, questa sconosciuta. Gli altri attori che dovrebbero accompagnare i sindaci nel percorso dell’area pilota continuano a non essere presenti formalmente. E’ il limite di questo tavolo in questa fase. Il fatto che non si pretenda la presenza di Confindustria è uno di quelli principali. Mentre il livello associativo, dopo una prima fase di ascolto, è di nuovo assente.

Sensazioni a caldo? Si arriverà presto alla firma dell’accordo di programma quadro ma c’è la sensazione che il tavolo dei venticinque vada reso più efficiente, partecipato, aperto. Più moderno. Una frase su tutte sintetizza il rischio e l’opportunità. “Il problema non è la quantità della spesa, i 200milioni della Regione. Il problema è la qualità“. Parola di Enrico Borghi, coordinatore Strategia aree interne.

Giulio D'Andrea

Direttore responsabile di Irpiniapost, classe 1978, si laurea in Giurisprudenza a Perugia e si perfeziona in Psicologia forense a Genova. Mostra subito insofferenza per i tribunali e soprattutto per le cancellerie. Inizia il percorso giornalistico nel 2006, lavorando su carta stampata, internet e televisioni tra Campania e Lazio. Attualmente collabora con il quotidiano “Il Mattino”. Leggeva molto e suonava anche di più, poi la visione ossessiva delle serie Tv gli ha impedito di continuare.

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