Il presidente dell’Alto Calore, Lello De Stefano, alla prova dei numeri rischia ma esce vincitore. A decretarlo è stata l’assemblea dei soci dell’ente di Corso Europa, terminata poco più tardi delle 20.30, che con il 43,67% dei 94 sindaci presenti al momento dell’insediamento che gli ha accordato il mandato per continuare ad analizzare le varie opzioni che la nuova legge regionale suggerisce, a partire proprio dalla tanto discussa ipotesi di aggregazione.
Lo farà con il contributo degli esperti Giuseppe Caia e Michele Sandulli, rispettivamente Ordinario di diritto amministrativo all’Università di Bologna e ordinario di Diritto Fallimentare presso l’ Università Federico Secondo di Napoli. Un’assemblea lunga ed articolata, durata oltre 4 ore, che ha visto all’ordine del giorno proprio la discussione sul nuovo quadro normativo, proposto dalla nuova legge regionale per il riordino del ciclo integrato delle acque.
Ad aprire lavori è stato lo stesso De Stefano: “Quella di oggi – ha spiegato – è un’assemblea importante, cercherò di offrire le indicazioni più corrette, sulla normativa, per consentirvi di avere gli strumenti migliori per prendere poi decisioni importanti, mi riferisco al bilancio e al rinnovo del cda, un rinnovamento che anticiperemo di molto per garantire serenità ai sindaci”. Un passaggio inevitabile quello sui numeri dell’ente “Lo scorso anno – ha detto – Alto Calore ha avuto 158mila euro di attivo e 118 milioni di passivo”. Sullo sfondo resta qualche polemica. Il Pd sostiene il presidente, il fronte degli amministratori sanniti è compatto, ma è plastica la posizione di alcuni sindaci. L’assenza al momento del voto di Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, e di Rodolfo Salzarulo, primo cittadino di Lioni, è piuttosto eloquente. Fuori dal Pd Nusco e Ariano si astengono. Pasquale Giuditta, di Summonte, punta il dito come aveva già fatto in passato: “Il 43% non rappresenta la maggioranza – dice – equivale ed una sconfitta di De Stefano, dovrebbe dimettersi”. Piuttosto critico anche Ferruccio Capone, sindaco Montella. Inevitabile, però, che De Stefano esca rafforzato dal mandato e dalla decisione dell’assemblea, così come appare più vicina l’ipotesi dell’aggregazione con l’azienda mista Gesesa. “Avrei voluto – spiega De Stefano – avere accanto a me un comitato di sindaci. Sono comunque commosso per la fiducia che mi è stata espressa. Mi impegnerò per arrivare entro fine aprile in assemblea per il Bilancio e realizzare il lavoro con Caia e Sandulli. Tutte le soluzioni restano vaide. ma i sindaci hanno voluto che andassimo avanti sulla prospettiva dell’ aggregazione. Cercheremo il più ampio consenso possibile, coinvolgendo tutti”.
I SINDACI
I primi cittadini, nonostante il mandato, restano cauti. La strada da percorrere, lo fanno capire apertamente, è quella della chiarezza e della trasparenza, prima di numeri e poi di intenti. Mentre Repole si dice pronta a valutare, netta è la posizione contraria di Ferruccio Capone e di Pasquale Giuditta. Perplesso il sindaco di Ariano, Domenico Gambacorta che analizza come nell’esecutivo dell’ Ato regionale, Irpinia e Sannio avranno solo 2 rappresentanti su 20. Decisamente a favore di De Stefano e del suo percorso il primo cittadino di Teora, Stefano Farina. Quello di Frigento, Luigi Famiglietti e il collega di Montoro, Mario Bianchino. Neutrale il sindaco di Avellino, Paolo Foti che si è limitato a a porre agli atti la mozione per l’acqua pubblica approvata da Piazza del Popolo nelle scorse settimane
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