Avellino, ondata a Cinque Stelle per Di Maio

“Dov’è De Mita?” gridò Beppe Grillo l’ultima volta che con il suo camper approdò ad Avellino per il suo tour. Oggi, che nel capoluogo è arrivato Luigi Di Maio, candidato premier per il Movimento Cinque Stelle, il Ciriaco nazionale resta presente ed è così che il leader dei pentastellati entrando nella gremitissima sala dell’Hotel De La Ville mormora: “Dice che racconto favole? Salutatemelo!“. Insomma, una contrapposizione tra il Movimento e l’ex Presidente del Consiglio che appare evidente, giocata sulla dicotomia vecchio e nuovo, e che continua a palesarsi. La presenza di tantissima gente accorsa oggi ad Avellino, dimostra inesorabilmente che quello fondato da Grillo non è un partito che si muove nelle retrovie. Al contrario, gioca in attacco e lo fa con il suo bomber. “Negli ultimi cinque anni – dice Di Maio salutando la platea – ci avevano dati per spacciati. Poi, abbiamo ampliato la nostra presenza nelle amministrazioni locali, abbiamo 45 sindaci e siamo presenti in 18 consigli regionali. Al momento rappresentiamo la prima forza del Paese e, da oggi, coninceremo a pensare in grande. Puntiamo, nella prossima tornata, ad una maggioranza che ci permetta di governare l’Italia. Convincete gli indecisi – arringa il pubblico – ma non solo chiedendo loro di votare per un noi in contrapposizione ai vecchi partiti. Proponete loro il nostro programma di venti punti“. Rivendica con forza la scelta dei candidati Di Maio tuonando: “I nostri candidati sono stati schierati nei loro territori di appartenenza, una rarità se si guarda agli altri partiti. Basti pensare che, il centrodestra, per contrastarmi ha schierato Vittorio Sgarbi, che fa l’assessore in Sicilia, nel collegio di Pomigliano d’Arco. Ma, state sicuri, li batteremo con un sorriso“.

E di sorrisi ne sfoggia molti il leader. Spavaldo ed accattivante. Il pubblico lo segue, lo incita e lo applaude sopratutto quando punta il dito contro Berlusconi e Renzi: “E’ imbarazzante non potermi confrontare con nessuno. Sono l’unico candidato premier. Ora sia Renzi che Berlusconi dicono che si tornerà al voto senza una maggioranza definita. Lo fanno perché le loro coalizioni, insieme, non fanno più il 51%. Questa legge elettorale era contro il Movimento 5 Stelle, ma gli si è ritorta contro“.

 

Standing ovation anche per le misure di sostegno alle famiglie e per il reddito di cittadinanza: “Non parliamo di assistenzialismo clientelare – spiega – quelle sono cose che appartengono alla politica che siamo chiamati a sconfiggere. Lo Stato deve aiutare le famiglie in difficoltà economica all’interno delle quali, ad esempio, l’unica fonte di reddito ha perso il lavoro. Garantiamo 780 euro mensili ma a due condizioni: la definizione di un percorso di formazione che renda il cittadino abile ai lavori che dovrà sostenere in futuro ed otto ore di lavoro settimanali gratuite presso il comune di residenza per svolgere mansioni legate ai servizi comunali da erogare ai cittadini. Alla fine di questo percorso verranno presentate, dallo Stato, tre proposte di lavoro. Se il cittadino non accetta perde il reddito di cittadinanza, se accetta lo lascia per rientrare nel mondo degli occupati. Guardiamo anche alle pensioni di cittadinanza, troppi cittadini, ad oggi, percepiscono un contributo sotto soglia. Due iniziative che cancellerebbero, seduta stante, tutti i meccanismi che portano al voto di scambio. Renderemmo liberi gli italiani“. E a chi gli chiede dove si troveranno le coperture necessarie risponde: “In cinque anni abbiamo tagliato gli sprechi. Quel palazzo costava un miliardo di euro, ora 200 milioni in meno. Grazie a noi via i rimborsi per punture di insetto ed insolazioni, il fondo per i viaggi degli ex deputati e gli affitti d’oro. Ora vogliamo i 30 miliardi di euro di spending review per portare avanti il nostro programma di governo. Abbiamo restituito 23,1 milioni di euro di stipendi, aiutando la micro-impresa“. Bagno di folla, dunque, per Di Maio. Il candidato premier saluta e va via raccogliendo consensi ed ammiccando agli indecisi. La partita del 4 marzo di avvicina e Di Maio ha tutta l’intenzione di giocare da centravanti.

Maria Stanco

Nasce a Sturno nel 1984, tra il rumore delle forchette che proviene dal ristorante dei genitori. Studia “Relazioni Internazionali” a Napoli. Su “Tusinatinitaly.it” il primo lavoro da giornalista. Pubblicista dal 2011 mentre scrive sulle pagine di “Buongiorno Irpinia”. Conduce per un anno il Tg di “MediaTre”. Da qualche tempo è ritornata alla carta stampata, sul quotidiano “Il Mattino” e presto, promette, ricalcherà anche i campi di tennis.

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