Amministrative 2019

Avellino Prende Parte, spazio politico per trasformare la città

Avellino come una città stanca, immobile, ferita, incapace di agire, che invecchia ogni giorno nelle strade rovinate, i cantieri chiusi e le fila di giovani che partono per cercare lavoro e futuro altrove. Questo il quadro dipinto dall’assemblea pubblica di “Avellino Prende Parte” (APP), che raccoglie cittadini e attivisti che amano il proprio territorio e vogliono prendere parte – appunto – alla costruzione di un nuovo spazio politico e a una trasformazione della città in vista delle prossime elezioni comunali, e non solo. Dopo l’appello alla partecipazione lanciato nelle scorse settimane, e dopo aver raccolto oltre 100 firme, nella piazza antistante la stazione ferroviaria di Avellino si incontrano circa un centinaio di persone per discutere di città, ambiente, lavoro, futuro. Tanti gli interventi succedutisi, tutti attenti alle 3 regole proposte: si parla per un massimo di 3 minuti, in prima persona, scegliendo una parola-chiave.

A Maria Grazia, che racconta la difficile esperienza di madre che vede partire i propri figli, segue Antonio, che disegna, invece, il quadro che si trova di fronte un giovane che decide di restare in città: “Da questa stazione partono pochi treni, ma troppi giovani partono per lasciare questa città. L’emigrazione giovanile ci sembra qualcosa di ineluttabile e spesso dimentichiamo che, nonostante tutto, c’è chi resta. Ma chi resta lo fa in uno scenario di desolazione, isolamento, spesso depressione; uno scenario che favorisce la nascita di razzismi e fascismi, come dimostrano tanti episodi a cui stiamo assistendo da mesi. Al contrario, però, mi lasciano ben sperare i “semi di resistenza” delle mobilitazioni delle donne (l’8 marzo), degli studenti contro i cambiamenti climatici e di tantissime persone, il 21 marzo, proprio qui ad Avellino, contro le mafie.”

E a voler restare ad Avellino è proprio un giovane di Borgo Ferrovia, Andrea, che si racconta: “Io abito in questa zona, proprio affianco all’ex Isochimica. Sono forse l’unico tra i miei amici a voler restare qui. Seppure dovessi fare delle esperienze lavorative altrove, è qui che vorrei stabilirmi per costruire il mio futuro. Sono nato quando l’ex Isochimica era già chiusa ed Elio Graziano era “sparito”, ma molti dei miei coetanei non conoscono quella storia”.

Tra i primi interventi anche quello di una rappresentante di “Salviamo la Valle del Sabato”, che ha specificato quanto il problema dell’inquinamento sia fortemente sottovalutato dalle forze politiche e ha ribadito le proposte dell’Associazione ai Sindaci Irpini sulle questioni ambientali.

Il tema del lavoro emerge prepotentemente nell’esperienza di Antonello: “Io ho iniziato a lavorare in condizioni di precarietà a 27 anni, adesso ne ho 44. Pensate da quanti anni sono precario! Il precariato e la disoccupazione sono molto spesso causa dei tanti suicidi che si verificano nel nostro territorio, ma alla politica non interessa. Avellino e i suoi cittadini devono ancora sottostare al ricatto del Partito Democratico, che ha governato per anni senza trovare soluzioni concrete?

Presenti tra gli ascoltatori, molti volti della politica locale e regionale, come Giancarlo Giordano e Francesco Todisco. Roberto Montefusco, segretario provinciale di Sinistra Italiana, prende la parola e si rivolge agli organizzatori: “Siamo orgogliosi della nostra storia, in cui siamo sempre stati attenti alle questioni che riguardano l’ambiente, l’acqua, i servizi sociali, l’urbanistica. Questioni di cui vogliamo discutere con voi in un confronto orizzontale perché non possiamo dimenticare che siamo a pochi giorni da un voto amministrativo importante. Al di là della questione delle alleanze, dobbiamo dire insieme che occorre voltare pagina rispetto alla gestione del potere in questa città e in questa regione.”

Luca Cipriano, leader di “Mai Più”, incalza sulle prossime elezioni comunali: “Il tempo delle chiacchiere è finito, dal 27 aprile inizia il tempo del fare. Tra 18 giorni bisogna presentare i nomi di una squadra credibile. La metà campo che avremo scelto deve essere solidale, leale, scevra dagli sgambetti e dalle pugnalate tipiche della scena politica di questa città. Si gioca tutti con la stessa maglietta e si gioca per vincere. Non serve giocare per perdere, per dire che siamo i più bravi.

Di diverso avviso, Tony Della Pia, segretario di Rifondazione Comunista, che riprende dalla questione dell’ex Isochimica: “Il 22 aprile del 2011, siamo venuti qui a Borgo Ferrovia per apporre una lapide a perenne ricordo dei lavoratori dell’ex Isochimica, vittime del lavoro e dell’amianto. La città era assente. Nella mia esperienza di partito, so che spesso ho perso e che perderò ancora, ma so che nel momento in cui perdo, vinco sempre qualcosa. Noi dialoghiamo con “Si può”, con cui abbiamo condiviso anni in consiglio comunale. Anche dall’opposizione si ottengono risultati.

Ma a chiarire la posizione di APP è Francesco Iandolo, che chiude l’assemblea: “Il nostro obiettivo è costruire uno spazio politico per questa città. Ma il nostro orizzonte non è Avellino: guardiamo con interesse all’Irpinia tutta, alla regione, al Paese e all’Europa. Io sogno che il Comune di Avellino, nei primi 100 giorni, capisca con quale città Italiana, Europea o del mondo si voglia gemellare. Non ci interessa il rinnovamento anagrafico, ma un nuovo modo di fare politica. Io ho 30 anni, e in 30 anni mi è sempre stato detto che Avellino ha perso la sua identità, ma non ho mai visto nessuno che si sia rimboccato le maniche per ritrovarla. Questa mattina ho notato che molti sono andati via quando la discussione ha iniziato a prendere un’altra piega. Diciamo con serenità: non sappiamo cosa faremo il 26 maggio. La consideriamo una tappa su cui deciderà chi vorrà prendere parte con noi al nostro percorso. Una cosa è certa: chi ha avuto responsabilità deve farsi da parte.

Maria Laura Amendola

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